Toscana

LEGAMBIENTE, IN 50 MILA IN TOSCANA PER «PULIAMO IL MONDO»

Giornata di punta, oggi in Toscana, per festeggiare l’edizione italiana di Clean up the World. Tante e originali le manifestazioni che si sono svolte in tutto il territorio, che hanno visto coinvolti tutti, grandi e piccini, italiani e stranieri, ma tra le tante, quella che maggiormente ha captato l’attenzione è stata l’iniziativa che è approdata nel fulcro della comunità cinese di Prato. Puliamo il mondo, dunque, il più grande evento di volontariato ambientale, promosso da Legambiente che in collaborazione con la Regione Toscana e Coldiretti, oggi, hanno dato la possibilità di esprimersi in un’altra lingua, oggi simbolicamente “puliamo il mondo” ha parlato in cinese. Via Borgioli, dalle 9.30 alle 12 è stato il centro nevralgico dell’appuntamento che ha visto sfilare bambini italiani, protagonisti insieme ai bambini asiatici e di altre etnie, per pulire le aree degradate della zona, armati di guanti, rastrelli e ramazze e tanta voglia di fare un’Italia più igienica e pulita. In Toscana oltre 50.00 persone hanno partecipato nei giorni di venerdì 26, sabato 27 e domenica 28 alla 15 edizione di Puliamo il Mondo, ripulendo dai rifiuti parchi, giardini, boschi, prati, strade e piazze, spiagge e fiumi. “Un grande successo di partecipazione che cresce ogni anno” dichiara Piero Baronti, Presidente di Legambiente Toscana, “dagli Appennini fino al mare, dal Piccolo comune di Sestino ai confini con le Marche fino all’Isola di Capraia, passando per città e paesi hanno aderito a Puliamo il mondo 2008, 187 Comuni della nostra Regione e sono stati liberate dai rifiuti 542 aree verdi. Fra i partecipanti tantissimi i ragazzi delle scuole, i componenti le Associazioni di volontariato e molti semplici cittadini che hanno aderito all’appello di Legambiente”.Sempre in merito all’iniziativa toscana cosi si esprime Maurizio Gabbiotti, Segreteria Nazionale Legambiente:”Grande prova di interdipendenza, integrazione e solidarietà, oggi resa ancora più significativa in un momento in cui le Nazioni Unite ci dicono che 150 milioni di persone nel mondo rischiano di dover lasciare i loro territori perché resi invivibili dalle conseguenze dei mutamenti climatici”. (cs)