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LIBIA: AMNESTY, REGIME E INSORTI RESPONSABILI DI CRIMINI DI GUERRA

Secondo Amnesty international il Consiglio nazionale di transizione (Cnt) deve prendere il controllo dei gruppi armati anti-Gheddafi in modo da porre fine alle azioni di rappresaglia e agli arresti arbitrari. Lo ha dichiarato oggi l’organizzazione per i diritti umani, diffondendo un rapporto sulle violazioni dei diritti umani in Libia. Il rapporto denuncia che durante il conflitto le forze pro-Gheddafi hanno commesso crimini di diritto internazionale su vasta scala, tra cui attacchi indiscriminati, uccisioni di massa di prigionieri, torture, sparizioni forzate e arresti arbitrari. Nella maggior parte dei casi, le vittime di queste violazioni erano civili. Ma Amnesty accusa anche le forze leali al Cnt di violazioni dei diritti umani che in alcuni casi si configurano come crimini di guerra. L’organizzazione per i diritti umani ha documentato anche brutali “regolamenti di conti”, tra cui linciaggi di soldati fatti prigionieri, ad opera di alcuni gruppi anti-Gheddafi. Da febbraio, nella Libia orientale, decine di persone sospettate di essere agenti della sicurezza, lealisti pro-Gheddafi o mercenari sono state uccise dopo essere state catturate. Quando al-Bayda, Bengasi, Derna, Misurata e altre città sono cadute sotto il controllo del Cnt, le forze anti-Gheddafi hanno compiuto irruzioni in abitazioni private, uccisioni e altri attacchi violenti contro presunti mercenari. Ad essere particolarmente in pericolo continuano a essere i cittadini di Paesi africani. Tra un terzo e la metà di tutte le persone detenute a Tripoli e ad al-Zawiya e’ di origine straniera; Amnesty ritiene che la maggior parte di esse sia costituita da lavoratori migranti e non combattenti. Ha verificato che le voci secondo le quali le forze di Gheddafi avrebbero fatto uso, a febbraio, di grandi quantità di mercenari subsahariani, erano esagerate. Tuttavia, il Cnt ha fatto poco per modificare la falsa percezione che i cittadini provenienti dall’Africa sub-sahariana fossero mercenari. Uccidere prigionieri, ricorda Amnesty, è un crimine di guerra. “Le nuove autorità devono girare completamente pagina rispetto alle violazioni degli ultimi quattro decenni – ha dichiarato Claudio Cordone, senior director di Amnesty international -. Ora spetta al Cnt comportarsi differentemente, porre fine alle violazioni e avviare riforme sui diritti umani, urgentemente necessarie”. Amnesty ha chiesto al Cnt di dare priorità alle indagini su coloro che, da entrambe le parti, sono sospettati di aver commesso violazioni dei diritti umani. “I responsabili della terribile repressione del passato sotto il colonnello Gheddafi dovranno rispondere di ciò che hanno fatto’ – ha commentato Cordone -. Lo stesso vale per i thuwwar. Altrimenti, non vi sarà giustizia e il circolo vizioso di attacchi e vendette rischierà di proseguire”. (Sir)