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MEDIO ORIENTE, HAMAS RIFIUTA RICONOSCIMENTO ISRAELE, TEL AVIV RESPINGE TREGUA DI 10 ANNI

Il governo d’unità nazionale palestinese che dovrebbe nascere dai colloqui avviati nelle scorse settimane dal primo ministro Ismail Haniyeh e dal presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmud Abas (Abu Mazen) non riconoscerà il diritto all’esistenza dello stato di Israele. Lo ha annunciato a sorpresa questa mattina il portavoce e consigliere di Haniyeh, Ahmed Youssef, dopo che ieri parlando all’Assemblea generale dell’Onu Abas aveva detto esattamente il contrario, assicurando che la nascita del governo d’unità nazionale sarebbe coincisa con lo storico riconoscimento da parte di Hamas del diritto all’esistenza di Israele.

“Il governo d’unità nazionale non ha nel suo programma politico il riconoscimento d’Israele. Il governo e il movimento Hamas sono contro il riconoscimento d’Israele. La nostra posizione per risolvere la crisi è una tregua di dieci anni, utile per la stabilità e la sicurezza” della regione, ha detto Youssef, aggiungendo però che la tregua sarebbe accettata da Hamas solo se Israele “si ritirerà dai territori palestinesi occupati nel 1967”. L’accordo per la tregua, in ogni caso, dovrebbe essere negoziato attraverso un mediatore, le cui generalità non sono state indicate dal portavoce di Haniyeh.

Immediata la reazione di Israele. “La tregua non ci interessa. Quello che noi esigiamo da qualsiasi governo palestinese per riprendere il dialogo è che questo si pieghi alle condizioni fissate dalla comunità internazionale: il riconoscimento dello stato di Israele, la fine della violenza e il rispetto degli accordi precedentemente firmati dall’Autorità palestinese” ha dichiarato a nome del governo di Tel Aviv il portavoce Avi Pazner.

Fonti diplomatiche hanno riferito che la reazione di Mahmud Abas alle parole del portavoce di Haniyeh sono state di grande irritazione, e questo metterebbe in forse il preventivato incontro tra il presidente dell’Anp e il primo ministro di Hamas previsto inizialmente per domani, o al più tardi dopodomani, per fare ulteriori passi in avanti nella formazione del governo d’unità nazionale.

Intanto continuano le violenze nei territori palestinesi. Sette soldati israeliani sono rimasti feriti a Nablus, in Cisgiordania, dopo essere stati attaccati con esplosivi da militanti della Jihad Islamica e di Al Fatah, il partito di Abas. Due palestinesi sono stati arrestati, altri dieci sono ricercati.Misna