Toscana
NIGERIA, DELTA DEL NIGER: NUOVO RAPIMENTO, OSTAGGI ITALIANI INTERVISTATI
Un gruppo di uomini armati ha rapito oggi un dipendente di un’azienda che lavora per contro del gigante petrolifero Royal Dutch Shell nel Delta del Niger, la cassaforte del greggio’ nigeriano nel sud del paese. Lo riferiscono fonti giornalistiche internazionali, precisando che ignoti hanno teso stamani un’imboscata nei pressi dell’aeroporto di Owerri (sulla strada per Port Harcourt, principale città della regione) al veicolo su cui viaggiava il filippino, a quanto pare un esperto in sicurezza. Nell’imboscata è rimasto ucciso un poliziotto che si trovava nell’auto come scorta al consulente. Sale così a 30 il numero degli stranieri ancora nelle mani dei loro sequestratori: 26 filippini e tre dipendenti dell’italiana Agip (due italiani e un libanese) sono da settimane nelle mani del Movimento per l’emancipazione del Delta del Niger (Mend), il più politicizzato dei gruppi attivi nel Delta. Il sequestro di oggi non è ancora stato rivendicato.
Intanto oggi il quotidiano italiano il Manifesto’ riporta un ampio servizio, a cui dedica anche la sua prima pagina, sul Delta del Niger e il sequestro dei tecnici dell’Agip. Francesco Arena, Cosma Russo e Imad Saliba, i tre tecnici dell’Agip da due mesi nelle mani dei guerriglieri del Mend, hanno espresso le loro preoccupazioni e “delusione” a Stefano Liberti del Manifesto che li ha incontrati in uno dei mille rivoli del fiume Niger, a un’ora di barca da Port Harcourt in mezzo alle paludi del delta. I tre, come testimoniato dalle foto scattate durante l’incontro, sono a bordo di un’imbarcazione di notte, con un giubbotto salvagente, al loro fianco tre uomini armati e col volto coperto. Si dicono stanchi, delusi, scoraggiati, anche se affermano di essere in buone condizioni fisiche ma hanno dichiarato di non poterne più di una “situazione di abbandono” e chiedono al governo e all’Agip di fare pressioni su Abuja perché “accetti le richieste dei rapitori”.