Toscana

PAPA AUSPICA ‘RITORNO A RAGIONE E NEGOZIATO’ IN IRAQ E TERRA SANTA

“Come la Santa Sede non smette di ricordare, in questi tempi turbati, ci potrà essere pacificazione duratura nelle relazioni internazionali solo se la volontà di dialogo prevarrà sulla logica del confronto”: lo ha detto stamani il Papa nel suo discorso al nuovo ambasciatore della Repubblica Araba d’Egitto presso la Santa Sede, signora Nevine Simaika Hali, ricevuta in udienza in occasione della presentazione delle lettere credenziali. “Che sia in Iraq, dove il ritorno alla pace civile sembra così difficile da instaurare, in Terra Santa, sfortunatamente sfigurata da un conflitto senza fine che si nutre di odi e desideri di vendetta reciproca, o in altri Paesi feriti dal terrorismo che colpisce così crudelmente gli innocenti, dappertutto la violenza rivela il suo orrore e la sua incapacità a risolvere i conflitti. Essa non produce niente di buono, se non l’odio, la distruzione e la morte” ha proseguito Giovanni Paolo II. “Mi appello ancora una volta alle responsabilità della comunità internazionale per favorire il ritorno alla ragione e al negoziato, solo sbocco possibile per i conflitti tra gli uomini, perché tutti i popoli hanno diritto di vivere nella serenità e nella pace”. Il Santo Padre ha quindi sottolineato il ruolo delle religioni “per portare a buon fine questa missione essenziale per l’avvenire dell’umanità che è la costruzione della pace”. Le religioni “diffondo un insegnamento che onora la vita come dono sacro di Dio che l’uomo deve rispettare e accudire. Come ho già spesso affermato, le religioni sono chiamate a impegnarsi risolutamente (…) a denunciare e rifiutare qualsiasi ricorso alla violenza come contrario alla loro propria finalità, che è precisamente quella di riconciliare gli uomini tra loro e con Dio”. Sottolineando il ruolo dell’Egitto, “Paese al confine tra i continenti africano e asiatico, nelle relazioni tra le nazioni, per lavorare per la pace e la riconciliazione tra gli uomini e i popoli”, il Papa ha apprezzato anche la tutela dei diritti delle donne nella società di quello Stato; “So di poter contare sulla vigilanza delle autorità egiziane per garantire in particolare a tutti i cittadini il principio della libertà di culto e di religione, che è una forma eminente della libertà delle persone e che fa dunque parte dei diritti umani fondamentali”. In conclusione, il Pontefice ha ricordato che “la presenza in Egitto della prestigiosa Università Al-Azhar, dove ho avuto occasione di recarmi e che svolge un ruolo essenziale nel mondo musulmano, rappresenta una possibilità affinché il dialogo interreligioso sia perseguito e intensificato, soprattutto tra cristiani e musulmani”. (Misna)