Toscana

Quando il mondo giovanile entra in dialogo con la politica

di Simone Pitossi

I giovani toscani si sono confrontati sui temi dell’informazione e della comunicazione. Tutto ciò attraverso incontri con registi cinematografici, scrittori, sceneggiatori, cantanti, testimoni di esperienze significative, amministratori. L’occasione? La tre giorni – 17-19 settembre – che si è svolta a Castiglione della Pescaia, presso il Villaggio «La Vela dell’Opera La Pira». «Leggere i contesti» è stato il tema del primo «Campo» organizzato dalla Regione nel contesto di «Filigrane», il collegamento che mette in rete i progetti sostenuti delle politiche giovanili regionali.

Circa un settantina i ragazzi, che hanno ideato e curato i progetti finanziati dalla Regione, che si incontrati per discutere e lavorare insieme. Tra i partecipanti anche gli assessori al sociale Gianni Salvadori e al diritto alla salute Enrico Rossi. «Credo che l’importante – ha detto Salvadori ai giovani l’ultimo giorno – sia costruire rapporti circolari di fiducia con gli altri. Affinchè nessuno non sia più solo in un percorso di cambiamento. In questo Filigrane rappresenta ormai una realtà». Quella di Castiglione della Pescaia è stata un’esperienza che ha messo in moto energie e pensieri e che lascia l’immagine nitida di un mondo giovanile sempre più in movimento.

Tre giorni di dibattiti, confronti intensi e una buona dose di divertimento. Tre giorni in cui non sono mancate riflessioni sul mondo dei media, sulle tematiche del giornalismo e dei processi culturali che muovono oggi la collettività. Per Carlo Andorlini, coordinatore di Filigrane, «questo è solo un pezzetto del percorso che stiamo facendo per il potenziamento delle politiche giovanili in Toscana». In particolare, continua, «rappresenta l’elemento più legato all’azione: si tratta di una richiesta seria di protagonismo giovanile alla rete che si sta formando». «Per la prima volta – spiega – i giovani che partecipano ai tanti progetti finanziati dalle politiche giovanili regionali si sono trovati insieme per trovare un alfabeto comune. Questi tre giorni hanno dato riscontri importanti: le diversità sono tante dal punto di vista delle età, dei ruoli e delle attese che hanno nei confronti dei propri progetti. Per la prima volta ci misuriamo su queste grandi differenze per trovare un linguaggio comune. Da parte loro – conclude Andorlini – c’è una grande volontà di mettersi in dialogo, ora sta alla politica vedere di tradurlo in pratica».

«Filigrane — sottolinea l’assessore Rossi — avvia un processo di pratica giovanile equilibrato e rispettoso del giusto peso da dare al “protagonismo dal basso” e parallelamente dei ruoli che ogni attore sia singolo sia organizzato deve avere all’interno del processo. Protagonismo dal basso dei giovani e ruolo attivo degli attori sono le colonne del sistema, capace di stare in piedi solo con la coesistenza di entrambi».

Salvadori ha chiesto ai giovani di dare «continuità a tutto questo, concretamente». «Vi ringrazio veramente di cuore – ha detto ai ragazzi presenti – sia dal punto di vista istituzionale sia da quello personale per questa partecipazione davvero illuminante». Infine, l’asseessore alle politiche giovanili ha lanciato il grande appuntamento regionale del 19 e 20 novembre «Filigrane 2009. Giovani connessioni di comunità» che si svolgerà nei locali del Saschall di Firenze. «In occasione dell’evento di novembre – ha concluso Salvadori – propongo di arrivare a quell’appuntamento preparati. Proponete alcune parole chiave utili alle vostre esigenze. Costruiamo insieme le ipotesi, le proposte su cui confrontarci nel futuro».

Questi ragazzi, molto motivati ma anche un po’ smarritiGiornalisti, scrittori, registi, attori. Con loro i giovani del campo di Filigrane hanno cercato di parlare dei contesti che ci circondano, di come leggerli, di come anche l’espressione artistica può essere uno strumento in questo senso. Raffaele Palumbo, giornalista di «Controradio», ha visto dei giovani «molto motivati, pronti al confronto, aperti al dialogo che non hanno espresso opinioni ideologiche o tirate via». «Ho notato – continua – che c’è molta curiosità e voglia di non abbandonarsi a quello che succede, al darlo per scontato. I giovani hanno tanto desiderio di capire ciò che sta dietro la notizia e di andare oltre alle divisioni stereotipate della nostra società che divide tutto in base alla politica. Questi giovani poi, con il loro impegno in progetti di valore sociale, ci richiamano anche alla funzione di fondo del giornalismo: il servizio. In pratica ci dicono che noi facciamo questo lavoro per la comunità e non per il nostro portafoglio o per le medaglie che ci appunteremo al petto».

Giampaolo Simi, scrittore viareggino e sceneggiatore, nel dialogo con i giovani ha cercato di «risvegliare una consapevolezza dei propri mezzi e soprattutto di avere una soggettività forte nel raccontare le cose». «Essendo uno scrittore– spiega – ho cercato di spiegare ai giovani come e perché si racconta e li ho stimolati a trovare il coraggio di raccontare ciò che si vede. Raccontare è entusiasmante perché il racconto, sia che si tratti di un fantasy sia che si tratti di un fatto di cronaca, è una grande avventura che contribuisce a rendere migliore il mondo. Così non si da niente per scontato e non c’è niente che non valga la pena di essere raccontato».

Emanuele Barresi, regista, ha trovato i giovani «molto preparati, non superficiali, senza preconcetti». «Ho raccontato – aggiunge – che per me fare comunicazione è esprimere il proprio punto di vista, ognuno può farlo con il mezzo espressivo che sente più suo. A me piace la commedia e quindi preferisco sottolineare le cose buffe della vita».

Infine, l’attore Fabrizio Brandi dice di aver trovato dei giovani «molto motivati ma anche un po’ smarriti che stanno cercando nei contesti fuori ma anche dentro di loro delle risposte». «Spesso – sottoline – c’è la tentazione di trovare dei nemici all’esterno per dare loro la responsabilità di ciò che non riusciamo a fare. È necessario invece assumerci ognuno nel nostro piccolo le nostre responsabilità. L’altro cosa fondamentale è abbattere il giudizio, non catalogare la diversità come un ostacolo: è importante sì vedere le cose con il proprio punto di vista ma fondamentale è cercare di capire i motivi che animano chi non la pensa come te».