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RELIGIONI: DA BORDEAUX APPELLO AL G8, «UN PARTENARIATO PIÙ FORTE E TRASPARENTE»

Percorsi: Mondo
Parole chiave: g8 (60), religioni (24), dialogo interreligioso (276), ecumenismo (362), mondo (165)

Un partenariato più forte e più trasparente tra i Capi di Stato e di governo dei paesi che fanno parte del G8 e del G20, l'Assemblea generale dell'Onu e la società civile per rispondere insieme alle “sfide comuni” dell'economia, dei cambiamenti climatici, dello sviluppo e soprattutto della pace. A chiederlo in un documento sono i partecipanti al Summit dei leader religiosi che si è aperto oggi a Bordeaux alla vigilia del vertice G8 in programma in Francia il 26 e 27 maggio. Nella dichiarazione - diffusa oggi in forma di bozza che sarà solennemente presentata domani – i leader religiosi chiedono una “riforma della governante mondiale”. “Devono essere prese misure – si legge nel documento – affinché il G8 il G20 si iscrivano più formalmente nel quadro delle Nazioni Unite. Il G20 deve aprire le sue porte ai Paesi a più basso reddito, fornendo almeno un seggio permanente dall'Unione Africana, all'America Latina e agli organismi regionali dell'Asia”. I leader religiosi chiedono anche che “il funzionamento del G8 e del G20 deve essere più trasparente in modo che la società civile e gli organismi religiosi possano prendere parte al loro lavoro, influenzare le loro decisioni e assicurarsi che gli impegni siano presi e mantenuti”.
La dichiarazione si divide in paragrafi. In quello relativo alla situazione macro-economica, i leader affermano che “è urgente e indispensabile stabilire un solido quadro di regole per prevenire in futuro le crisi finanziarie e proteggere le persone più vulnerabili”. Nel paragrafo riservato al cambiamento climatico, i leader religiosi sottolineano come i paesi del G20 sono responsabili dell'80% circa dell'emissioni mondiale di gaz a effetto serra e nel paragrafo dedicato allo sviluppo chiedono ai paesi più ricchi di rispettare l'impegno preso a consacrare lo 0,7% del loro Pil per aiutare i paesi più poveri nel quadro del raggiungimento degli Obiettivi del Millennio stabiliti dall'Onu entro il 2015. L'ultimo paragrafo è riservato alla pace. “Gli investimenti mondiali in favore della pace, insignificanti rispetto al budget militare – si legge nella dichiarazione – dovrebbero essere aumentati, così come gli strumenti non militari necessari per il mantenimento della pace dovrebbero essere rafforzati e aumentati. I conflitti militari violenti, i tentativi di risolvere i conflitti con la forza militare, hanno per conseguenza la perdita delle vite innocenti e lo sconvolgimento della società”. I leader religiosi chiedono di “preferire sempre i mezzi non violenti nella lotta al terrorismo e nelle discussioni per favorire la pace”.
Sir

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