Toscana

SOMALIA, AEREO ABBATTUTO, 11 MORTI

Sarebbero almeno 11 le persone che si trovavano a bordo dell’aereo di fabbricazione russa schiantatosi al suolo oggi a nord di Mogadiscio, dopo essere stato colpito da almeno un missile. Lo ha detto il portavoce della missione dell’Unione Africana in Somalia (Amisom) Paddy Ankunda, il quale ha precisato di non avere informazioni sulle dinamiche dell’incidente. La ricostruzione di quanto accaduto oggi pomeriggio sui cieli della zona nord di Mogadiscio non è ancora chiara, anche se col passare delle ore sembra ormai certo, nonostante la smentita ufficiale di alcuni esponenti del governo che hanno parlato di guasto tecnico, che l’aereo sia stato colpito dal fuoco di ignoti.

Secondo due testimonianze oculari raccolte dalla MISNA, almeno un razzo terra-aria (di una salva sparata contro il mezzo) avrebbe colpito una delle due ali del cargo (probabilmente un Ilyushin), causando una prima esplosione. Una seconda deflagrazione sarebbe avvenuta invece dopo lo schianto a terra del mezzo che avrebbe causato anche un incendio di grosse proporzioni. Le due fonti della MISNA differiscono invece sul momento in cui sarebbe avvenuto l’attacco: per la prima il velivolo sarebbe stato colpito in fase di atterraggio, per la seconda invece in fase di decollo. Questa seconda ipotesi sembra trovare maggiori conferme nelle testimonianze raccolte anche da altre agenzie di stampa internazionali. Le stesse agenzie confermerebbero le prime informazioni fornite alla MISNA sulla composizione dell’equipaggio, sottolineando che tra le 11 persone a bordo si trovavano alcuni ingegneri russi. Non è chiaro se i passeggeri, pare che a bordo vi fossero anche alcuni soldati ugandesi, siano tutti morti nell’incidente. Intanto proseguono i negoziati tra il governo somalo, i soldati etiopi e gli anziani della tribù degli Hawiya della quale fanno parte i più potenti clan di Mogadiscio.

“In queste ore si stanno mangiando molti capretti” dice alla MISNA una fonte locale, riferendosi al rituale tipico dei negoziati che prevede che un pasto a base di capretto venga consumato dalle parti riunite a colloqui per superare le proprie divergenze. Rituali a parte, vari incontri sono in corso da ore e, secondo indiscrezioni, gli etiopi, che già nella notte avevano raggiunto una tregua con alcuni anziani della famiglia Hawiya, starebbero mediando perchè si raggiunga un cessate il fuoco anche tra le milizie dei clan di Mogadiscio e l’esercito fedele al presidente del governo di transizione Abdullahi Yusuf. Fonti della MISNA contattate nella zona sud di Mogadiscio, epicentro dei violenti combattimenti iniziati giovedì e unanimemente definiti i più violenti degli ultimi mesi, confermano che la situazione oggi è stata più tranquilla e che nei quartieri meridionali è risuonato solo qualche sporadico colpo di arma da fuoco. Confermato anche l’arrivo, durante la notte tra giovedì e venerdì, di numerosi rinforzi etiopi. Il convoglio, composto da circa 150 mezzi, tra cui anche alcuni blindati, proverreniva da Baidoa (250 chilometri a nord-ovest di Mogadiscio). Secondo alcune fonti giornalistiche internazionali, sarebbero addirittura 10.000 i soldati etiopi giunti nelle ultime ore a Mogadiscio.

Misna