Toscana

TOSCANA, IRPET: NEL 2020 CRESCITA LIEVE E PIÙ TENSIONI

La Toscana nel 2020 avrà una crescita economica bassa e un possibile aumento delle tensioni sociali. Secondo l’Irpet, l’Istituto di programmazione economica regionale, aumenterà la popolazione, che raggiungerà 3 milioni e 700 mila persone, ma anche le percentuali di anziani e immigrati, che adesso sono il 4% del totale ma diventeranno il 12%. Dal punto di vista economico, la crescità sarà lieve (compresa tra 1 e 1,7%), e accanto a settori forti come la meccanica, la chimica, la farmaceutica e l’agroalimentare, quelli più tradizionali segneranno una flessione. «Le domande sociali di anziani, immigrati e giovani cresceranno nei prossimi anni – ha commentato il presidente della giunta regionale Claudio Martini – è possibile che si produca una tensione che allarghi le disparità sulla quale è necessario intervenire. Ma un intervento in un regime di risorse decrescenti – ha precisato – significa trovare alleati nella comunità, nelle società pubblico-private e in quelle private, e nel no profit, in un disegno unitario che veda l’interesse collettivo come stella polare». «Dal punto di vista economico – ha continuato Martini – i settori tradizionali come il tessile e le pelli si devono riorganizzare. La Regione può dare una mano ma l’imput deve venire dal mondo dell’impresa. Se c’è ancora una invenzione possibile in questi settori, non lasciamocela soffiare dall’estero».

Lo studio dell’Irpet è stato illustrato nel corso di un convegno dal direttore dell’istituto Alessandro Petretto. Dal punto di vista economico, i settori avranno andamenti diversificati, con crescite più elevate per la meccanica, la chimica, la farmaceutica, e l’agroalimentare (+3%), mentre i settori tradizionali, come tessile, moda, lapideo e oreficeria, si assesteranno attorno al +1% annuo. La forza lavoro, è spiegato in una nota dell’Irpet, crescerà certamente di 50 mila unità, ma contemporaneamente la domanda di lavoro sarà stazionaria o tenderà a una lieve flessione (-60 mila unità). Se le modalità d prestazione del lavoro dovessero rimanere quelle attuali, precisa la nota, l’aumento dell’offerta e la stagnazione della domanda porterebbero all’aumento della disoccupazione, trend da cui vie d’uscita possibili sono la riduzione dell’orario di lavoro, la diffusione del part time e l’aumento della flessibilità. La popolazione, che raggiungerà i 3,7 milioni di abitanti facendo registrare una crescita del 4% rispetto ad oggi, sarà dovuta soprattutto all’immigrazione.

«Oggi gli stranieri sono il 4%, nel 2020 saranno il 12%, ovvero 400 mila – ha detto Martini – una politica seria per l’immigrazione deve tener conto oggi dei numeri di domani». La struttura demografica sarà più sbilanciata: la popolazione al di sotto di 40 anni, rileva l’Irpet, diminuirà di 150 mila unità, mentre quella al di sopra salirà di 270 mila. L’indice di vecchiaia supererà la soglia di due, cioè ci saranno più di due ultrasessantacinquenni per ogni minore di 15 anni. Le province più vecchie saranno Massa, Grosseto e Livorno, quella più giovane Prato. Conseguenza di questo andamento demografico sarà, secondo l’Irpet, anche l’aumento della spesa sanitaria dagli attuali 5,2 miliardi in valore assoluto ai quasi 5,7 nell’arco dei prossimi 15 anni, con un aumento a prezzi costanti pari all’8%. Di questi il 40%, calcola l’Irpet, sarà destinato agli ultra settantenni, che costituiranno il 20% della popolazione.

Nell’istruzione, la Toscana vedrà aumentare i livelli di scolarità, con 10 mila e 700 unità in più, con flessioni nella scuola materna (-3300 unità) e nell’Università (-2300). L’incidenza degli studenti stranieri sarà del 4,6% nel 2006 e del 12% nel 2023. «Una ricerca come quella dell’Irpet – ha dichiarato Martini – aiuta la lungimiranza della politica e può aiutare ad anticipare piuttosto che rincorrere i problemi». (ANSA).