Vita Chiesa

BENEDETT0 XVI: ORDINAZIONE VESCOVO CINESE «DOLOROSA FERITA»

“Profondo rammarico”, per una ordinazione episcopale che “è stata conferita senza il mandato apostolico e, perciò, rappresenta una dolorosa ferita alla comunione ecclesiale e una grave violazione della disciplina cattolica”. Ad esprimerla è il Papa, tramite un comunicato diffuso oggi dalla sala stampa della Santa Sede in merito all’ordinazione episcopale del reverendo Giuseppe Guo Jincai, avvenuta il 20 novembre scorso. “È noto che, negli ultimi giorni – si legge nel comunicato – diversi vescovi sono stati sottoposti a pressioni e a restrizioni della propria libertà di movimento, allo scopo di forzarli a partecipare e a conferire l’ordinazione episcopale. Tali costrizioni, compiute da autorità governative e di sicurezza cinesi, costituiscono una grave violazione della libertà di religione e di coscienza”. La Santa Sede, da parte sua, “si riserva di valutare approfonditamente l’accaduto, tra l’altro sotto il profilo della validità e per quanto riguarda la posizione canonica dei vescovi coinvolti”. “In ogni caso, ciò si ripercuote dolorosamente, in primo luogo, sul Rev.do Giuseppe Guo Jincai che, in forza di tale ordinazione episcopale, si trova in una gravissima condizione canonica di fronte alla Chiesa in Cina e alla Chiesa universale, esponendosi anche alle pesanti sanzioni previste, in particolare, dal canone 1382 del Codice di Diritto Canonico”. “Tale ordinazione – si legge nel comunicato della sala stampa vaticana – non soltanto non aiuta il bene dei cattolici a Chengde, ma li mette in una condizione assai delicata e difficile, anche sotto il profilo canonico, e li umilia, perché le autorità civili cinesi vogliono imporre loro un pastore che non è in piena comunione, né con il Santo Padre né con gli altri Vescovi sparsi nel mondo”. “Più volte”, quest’anno, la Santa Sede “ha comunicato con chiarezza alle autorità cinesi la propria opposizione all’ordinazione episcopale” in questione, ma “nonostante ciò”, esse “hanno deciso di procedere unilateralmente, a scapito dell’atmosfera di rispetto, faticosamente creata con la Santa Sede e con la Chiesa cattolica attraverso le recenti ordinazioni episcopali”. “Tale pretesa di mettersi al di sopra dei vescovi e di guidare la vita della comunità ecclesiale – una delle affermazioni centrali del testo – non corrisponde alla dottrina cattolica, offende il Santo Padre, la Chiesa in Cina e la Chiesa universale, e rende più intricate le difficoltà pastorali esistenti”. Papa Benedetto XVI, nella Lettera alla Chiesa in Cina del 2007, “ha espresso la disponibilità della Santa Sede a un dialogo rispettoso e costruttivo con le Autorità della Repubblica Popolare Cinese, al fine di superare le difficoltà e normalizzare i rapporti”. “Nel riaffermare tale disponibilità”, la Santa Sede – nel comunicato stampa odierno – “constata con rammarico che le autorità lasciano alla dirigenza dell’Associazione Patriottica Cattolica Cinese, sotto l’influenza del Sig. Liu Bainian, assumere atteggiamenti che danneggiano gravemente la Chiesa cattolica e ostacolano detto dialogo”. “I cattolici di tutto il mondo – la conclusione del testo, diffuso in inglese, in italiano e in cinese semplificato – seguono con particolare attenzione il travagliato cammino della Chiesa in Cina: la solidarietà spirituale, con cui accompagnano le vicende dei fratelli e delle sorelle cinesi, diventa fervida preghiera al Signore della storia, affinché sia loro vicino, accresca la loro speranza e fortezza, e doni loro consolazione nei momenti della prova”.Sir