Vita Chiesa
BENEDETTO XVI: GIOVEDÌ SANTO, «ESSERE SACERDOTE SIGNIFICA DIVENTARE AMICO DI GESÙ»;
“Essere sacerdote significa diventare amico di Gesù Cristo, e questo sempre di più con tutta la nostra esistenza”. Celebrando questa mattina la Messa Crismale nella Basilica Vaticana, il Papa ha riassunto in queste parole l’essenza del sacerdozio, nel giorno in cui la Chiesa ne celebra tradizionalmente l’istituzione, insieme a quella dell’Eucaristia. “Il mondo ha bisogno di Dio”, ha proseguito il Pontefice presiedendo il primo dei riti del Giovedì Santo: “non di un qualsiasi dio, ma del Dio di Gesù Cristo, del Dio che si è fatto carne e sangue, che ci ha amati fino a morire per noi, che è risorto e ha creato in se stesso uno spazio per l’uomo. Questo Dio deve vivere in noi e noi in Lui. È questa la nostra chiamata sacerdotale: solo così il nostro agire da sacerdoti può portare frutti”.
“Non vi chiamo più servi, ma amici”: in queste parole del Vangelo di Giovanni (Gv 15,15), citate a più riprese durante l’omelia, “si potrebbe addirittura vedere l’istituzione del sacerdozio. E’ questo il significato profondo dell’essere sacerdote: diventare amico di Gesù Cristo. Il nucleo del sacerdozio è l’essere amici di Gesù Cristo. Essere amico di Gesù, esser sacerdote significa essere uomo di preghiera”.
Di quel “mistero commovente” che è l’istituzione del ministero sacerdotale “fa parte anche il potere di assolvere”, che “ci fa partecipare anche alla sua consapevolezza riguardo alla miseria del peccato e a tutta l’oscurità del mondo e ci dà la chiave nelle mani per riaprire la porta verso la casa del Padre”. Nella prima parte dell’omelia della Messa crismale del Giovedì Santo, il Papa si è soffermato sui “segni” che caratterizzano il sacramento del sacerdozio, tra cui il “gesto antichissimo” dell’imposizione delle mani, che “riassume un intero percorso esistenziale”. Come quello di Pietro, che quando “improvvisamente si è accorto che l’acqua non lo sosteneva e che stava per affondare” ha gridato “Signore, salvami!”. “Come Pietro ha commentato il Santo Padre abbiamo gridato: “Signore, salvami!” (Mt, 14, 30). Vedendo tutto l’infuriare degli elementi, come potevamo passare le acque rumoreggianti e spumeggianti del secolo scorso e dello scorso millennio? Ma allora abbiamo guardato verso di Lui ed Egli ci ha afferrati per la mano e ci ha dato un nuovo peso specifico’: la leggerezza che deriva dalla fede e che ci attrae verso l’alto”.