Vita Chiesa

BENEDETTO XVI IN TERRA SANTA, ATTESA AD AMMAN DOVE LA COESISTENZA E’ POSSIBILE

AMMAN, dall’inviato Riccardo Bigi. «Coexistency is possible»: la convivenza è possibile. I cartelloni, che trovi ovunque, esprimono il messaggio che la Giordania vuole dare al mondo accogliendo la visita di Benedetto XVI che da qui (come i suoi predecessori, Paolo VI e Giovanni Paolo II) inizia oggi il suo viaggio in Terra Santa. Un Paese che, in questo travagliato Medio Oriente, ha costruito sulla pace la sua fortuna: «Oggi – ci dice con orgoglio la guida che ci accompagna a vedere Amman, mentre attendiamo l’arrivo dell’aereo papale – la Giordania è un Paese benestante, conta 40 università, vive di turismo ma anche di industrie. Il pullman su cui viaggiamo è un Mercedes, ma lo abbiamo costruito qui nelle nostre fabbriche». La Giordania è anche un Paese dove gli arabi cristiani (circa il 4% della popolazione) vivono senza problemi, in piena sintonia con i musulmani sanniti che costituiscono la grande maggioranza. Proprio per questo, dal Papa si attendono parole su un futuro di pace per il Medio Oriente: e proprio per questo uno dei momenti più attesi della visita è l’incontro che il Santo Padre farà, domani, con i capi religiosi musulmani alla Moschea al-Hussein bin-Talal. Ad attenderlo ci sarà il principe Ghazi, cugino del re Abdallah e suo consigliere sulle questioni religiose. E’ uno dei principali firmatari della «lettera dei 138» inviata al Papa nel 2007, un messaggio che aprì una nuova via di dialogo tra cristiani e musulmani. «La grande speranza dei giordani – ci ha detto ieri un signore nell’ascensore dell’albergo, mentre saliva per partecipare alla festa di nozze che si sta svolgendo nelle terrazze – è che l’Occidente veda il volto vero dell’Islam, quello che vuole la pace proprio come la vogliono i cristiani».