Vita Chiesa

CATECHESI: CONVEGNO CEI, NO A PROSELITISMO E PROPAGANDA, SÌ A CRISTIANI OSPITALI

“Una pastorale dell’iniziazione cristiana non si confonde con l’attivismo, poiché è più un modo di essere che un’attività. Non deve copiare i metodi della propaganda o della pubblicità, perché non mira al proselitismo, né ha come scopo l’aumento di statistiche ecclesiali. Non deve sollevare gli uomini uno contro l’altro, ma piuttosto essere esperta di dialogo con le religioni e le filosofie”, senza per questo “cancellare il suo radicamento” nel Vangelo. Con queste “raccomandazioni” Henri Derroitte, docente di catechetica e di metodologia pastorale all’Istituto internazionale “Lumen Vitae”, ha aperto questo pomeriggio il 39° Convegno nazionale dei direttori degli Uffici catechistici diocesani, in corso ad Acireale (fino al 23 giugno) sul tema: ”Esperienze nuove di iniziazione cristiana”.

In Europa – è la tesi di fondo illustrata dal relatore ai circa 280 partecipanti all’iniziativa promossa dall’Ufficio catechistico della Cei- i “modelli catechistici tradizionali” si stanno rivelando “inadeguati”, e l’Occidente “è preso dentro una spirale apparentemente sempre più rapida ed inesorabile, che lo trascina verso un declino di ogni tentativo di trasmissione religiosa a livello dei gruppi parrocchiali”. Accanto allo scenario abituale dominato dalle “mamme catechiste”, ha sottolineato dunque Derroitte, occorre fare esperienze di “piste alternative” nelle parrocchie, prima fra tutte quella del catecumenato degli adulti, che in Paesi come la Francia vanta già una tradizione consolidata.

“L’autonomia dello Stato, la marginalizzazione dell’esperienza sociale del religioso, il pluralismo di opinioni nei regimi democratici, l’accelerazione e l’aumento di complessità delle informazioni”, ha concluso Derroitte, sono tutti elementi di una “nuova situazione sociale “che può anche rivelarsi “un’opportunità per la fede cristiana”, chiamata a “riattualizzare” l’annuncio all’insegna di un “cristianesimo ospitale”.Sir