Vita Chiesa

CEI: LETTERA AI LAICI, NON «’CLIENTI’» MA «COMPARTECIPI DELLA VITA E DELLA MISSIONE DELLA CHIESA»

“Una nuova primavera del laicato, che possa letteralmente rianimare” tutti “gli ambiti di vita in cui un fedele laico può essere apostolo”: è quanto auspica, in vista del IV Convegno ecclesiale nazionale in programma a Verona dal 16 al 20 ottobre 2006, su “Testimoni di Gesù Risorto, speranza del mondo”, mons. Paolo Rabitti, presidente della Commissione episcopale del laicato, nella “Lettera ai fedeli laici” diffusa oggi. Il documento, intitolato “Fare di Cristo il cuore del mondo”, reca la data del 27 marzo 2005, giorno di Pasqua, ed è rivolto “a tutti i christifideles laici, i fedeli laici cristiani, quale ideale loro convocazione” al convegno.

“Nel cammino che condurrà a quell’evento – si legge nel testo – vogliamo mettere a fuoco le responsabilità storiche delle nostre Chiese” perché “i fedeli laici non trascurino le loro responsabilità, ma riempiano quest”oggi’ con la loro testimonianza evangelica, prendendo coscienza della loro missione di essere fermento cristiano della società”. Questi gli ambiti di impegno laicale richiamati da mons. Rabitti: “evangelizzazione e animazione cristiana della società, opera caritativa, azione pastorale della Chiesa”, ma anche famiglia e vita pubblica. Ambienti nei quali il laico è chiamato a delineare, “in forme individuali e associate, un nuovo stile di vita, segnato dalla conversione dell’intelligenza e degli affetti”. Di fronte all’attuale “stagione di grandi cambiamenti, avvertiamo soprattutto l’esigenza di una nuova evangelizzazione” che potrà essere “efficace e credibile” solo se vissuta come missione di “tutta la comunità cristiana”. “Il compito dell’annuncio e della testimonianza del Vangelo, infatti, ci riguarda tutti”, ma assume “una specifica connotazione nella vita dei fedeli laici” per “lo specifico apporto che nella loro condizione sono chiamati ad offrire”. Una corresponsabilità auspicata dal Concilio ma che, osserva mons. Rabitti, non sempre “ha avuto adeguata realizzazione” e sulla quale “non mancano segnali contraddittori”. Serve perciò al riguardo “un’analisi attenta ed equilibrata delle ragioni dei ritardi e delle distonie, per poterle colmare con il concorso di tutti”. La Lettera sottolinea quindi l’importanza della “comunione” all’interno della comunità cristiana, resa “organica, operativa, divina e umana” dall’Eucaristia. Per realizzarla e testimoniarla al mondo come “un’autentica regola di vita” avverte mons. Rabitti, “è indispensabile uscire da quello strano ed errato atteggiamento interiore che faceva sentire il laico più ‘cliente’ che compartecipe della vita e della missione della Chiesa”. Sir

Il testo integrale della Lettera ai fedeli laici (.pdf 168Kb)