Vita Chiesa

EBREI-CRISTIANI, SOSPESA «GIORNATA DI RIFLESSIONE» DEL 17 GENNAIO; MONS. PAGLIA: SORPRESA, MA DIALOGO CONTINUA

“La decisione dell’Assemblea rabbinica italiana, comunicata dal rabbino Giuseppe Laras, di sospendere la celebrazione della Giornata annuale di riflessione ebraico-cristiana sorprende e addolora”, ma “in ogni caso non interrompe i rapporti tra ebrei e cristiani che a mio avviso devono continuare e, semmai, intensificarsi”. Lo ha dichiarato al SIR mons. Vincenzo Paglia, vescovo di Terni – Narni – Amelia e presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo, con riferimento alla decisione delle comunità ebraiche, confermata oggi, di non partecipare alle iniziative comuni che ogni anno, il 17 gennaio, segnano la “Giornata di riflessione ebraico-cristiana”. Per mons. Paglia, “questa piccola ferita costituisce un’opportunità non solo per approfondire ancor più le relazioni tra ebrei e cristiani, ma anche per rafforzare il comune compito di testimoniare la salvezza rivelata dall’unico Dio”. “Ovviamente noi cattolici – prosegue – l’anno prossimo celebreremo la Giornata, il cui tema, secondo il progetto concepito da qualche anno insieme agli ebrei di riflettere sul Decalogo, nel 2009 sarà, scegliendo la numerazione ebraica, la quarta parola: ‘Ricordati del giorno di sabato per santificarlo’”. Per quanto riguarda invece la preghiera del Venerdì santo, “va anzitutto notato – prosegue mons. Paglia – che la stragrande maggioranza dei cattolici recita la preghiera del rito ordinario, e comunque lo stesso card. Bertone, in una lettera al capo del Gran rabbinato di Israele, affermava che nulla è cambiato nell’atteggiamento della Chiesa verso gli ebrei, e che il nuovo ‘Oremus’ non intende promuovere alcuna forma di proselitismo nei loro confronti”. “Mi auguro pertanto che quanto prima si ritrovi una piena armonia – afferma il presidente della Commissione episcopale per l’ecumenismo e il dialogo -, sia per sconfiggere congiuntamente quei focolai di antisemitismo che ancora permangono, sia, soprattutto, per percorrere insieme quei campi spirituali propri della tradizione ebraico-cristiana di cui il mondo ha urgente bisogno”. “Un esempio straordinario di questo impegno – conclude mons. Paglia – è stato mostrato nel recente Sinodo dei vescovi sulla Parola di Dio che ha accolto per la prima volta la testimonianza di un rabbino circa l’interpretazione delle Sante Scritture ebraiche”.Sir