Vita Chiesa

MESSAGGIO DEL PAPA PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO

“Salvaguardare il diritto a non emigrare”, ma anche “regolare i flussi migratori” per “denunciare il traffico praticato da sfruttatori senza scrupoli” e non lasciare gli immigrati “in balia degli eventi”. Sono le indicazioni principali contenute nel Messaggio del Papa per la 90° Giornata mondiale del migrante e del rifugiato, che sarà celebrata nel 2004 nelle varie chiese locali nella data scelta dalle rispettive Conferenze episcopali. Il tema della Giornata, informa il Papa, è la “mobilità umana forzata”, oggi “di grande attualità a causa della guerra e della violenza, del terrorismo e dell’oppressione, della discriminazione e dell’ingiustizia” di cui sono piene le cronache dei giornali. “ci stiamo, purtroppo, abituando a vedere il peregrinare sconsolato degli sfollati, la fuga disperata dei rifugiati, l’approdo con ogni mezzo di migranti nei Paesi più ricchi in cerca di soluzioni per le loro tante esigenze personali e familiari”, è il monito di Giovanni Paolo II, secondo il quale è il “desiderio ardente” di pace che sembra oggi compromesso “in non poche regioni della Terra”.

“Non ci può essere vera pace senza giustizia e senza rispetto dei diritti umani”, ribadisce Giovanni Paolo II, secondo il quale “occorre combattere il male della guerra alla radice, perché la pace non è unicamente assenza di conflitti, ma un processo dinamico e partecipativo che coinvolge ogni fascia della società: dalla famiglia alla scuola, alle varie istituzioni e organismi nazionali ed internazionale”. Di qui l’invito a “costruire una cultura di pace” per “prevenire il ricorso alle armi e ogni forma di violenza”, attraverso “gesti e sforzi concreti di perdono e di riconciliazione” in grado di “superare contrasti e divisioni”.

“Salvaguardare il diritto a non emigrare, a vivere cioè in pace e dignità nella propria patria”: questo, per il Papa, il primo dovere in materia di immigrazione. “Grazie a un’oculata amministrazione locale e nazionale, a un più equo commercio e a una solidale cooperazione internazionale – secondo Giovanni Paolo II – ogni Paese deve essere posto in grado di assicurare ai propri abitanti, oltre alla libertà di espressione e di movimento, la possibilità di soddisfare necessità fondamentali quali il cibo, la salute, il lavoro, l’alloggio, l’educazione, la cui frustrazione pone molta gente nella condizione di dover emigrare per forza”.

Per garantire, inoltre, il “diritto ad emigrare”, i governi devono “regolare i flussi migratori nel pieno rispetto della dignità delle persone e dei bisogni delle loro famiglie, tenendo conto delle esigenze delle società che accolgono gli immigrati”. “Nessuno resti insensibile dinanzi alle condizioni in cui versano schiere di migranti!”, spesso “in balia degli eventi” e di “situazioni drammatiche”, è l’esortazione del Papa, che cita “bambini, giovani, adulti ed anziani dal volto macilento e con gli occhi pieni di tristezza e solitudine”, rappresentati dai media con “immagini toccanti” o “raccapriccianti”, talora vittime di “restrizioni” nei campi di accoglienza. Definendo “lodevole” lo “sforzo” di “non poche organizzazioni pubbliche e private” a favore dei migranti, il Papa invita a “denunciare il traffico praticato da sfruttatori senza scrupoli che abbandonano in mare persone alla disperata ricerca di un futuro meno incerto”. “Se si favorisce un’integrazione graduale fra tutti i migranti – è la tessi del Santo Padre – si corre meno il rischio che gli immigrati si concentrino formando veri e propri ‘ghetti’, dove isolarsi dal contesto sociale, finendo a volte per alimentare addirittura il desiderio di conquistare gradualmente il territorio”. (Sir)

Messaggio per la giornata dei migranti 2004