Vita Chiesa

Madre Scrilli è beata

di Alessandro AndreiniE’ stata davvero una «città sul monte», ben più di quanto già non lo sia per la sua disposizione geografica, la bella città di Fiesole domenica scorsa, giorno solenne della beatificazione della venerabile serva di Dio Maria Teresa di Gesù Scrilli. I pellegrini, più di quattromila, vi sono saliti fin dal mattino da varie parti d’Italia e del mondo, fedeli della diocesi di Fiesole e amici dell’Istituto delle Suore di Nostra Signora del Carmelo, fondato dalla nuova Beata a Montevarchi il 15 ottobre 1854. Città sul monte perché, fin dalla testimonianza del martirio del patrono della città e della diocesi, san Romolo, e poi nella vita del santo vescovo carmelitano Andrea Corsini, la promessa evangelica vi è stata accolta e vissuta in tutta la sua radicalità. Città sul monte perché ha ricordato a tutti, una volta ancora, che la santità è la speranza concreta di ogni cristiano, la nostra sola chiamata, il vero senso della nostra vita. Città sul monte, infine, perché lo scenario veramente suggestivo e commovente del Teatro romano di Fiesole, nel quale si è svolta la solenne concelebrazione eucaristica con il rito di beatificazione, presieduta dal cardinale Josè Saraiva Martins, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi e delegato di Sua Santità Benedetto XVI, parlava anche di una storia antica che torna a vivere nella fecondità della fede cristiana, e di quell’invito di Cristo a seguirlo ovunque vada.

La giornata, che ha avuto il suo culmine nell’Eucaristia del pomeriggio, si è aperta con un Oratorio sacro realizzato nella cattedrale di Fiesole e attraverso il quale i pellegrini hanno potuto ripercorrere la vita e la testimonianza di santità di Madre Maria Teresa Scrilli. È poi seguito un momento breve ma ricco nei suoi significati: l’inaugurazione, da parte del sindaco di Fiesole Fabio Incatasciato e del vescovo di Fiesole, di una lapide posta dall’amministrazione comunale a ricordo dei venti anni dalla visita pastorale di Sua Santità Giovanni Paolo II, il 18 ottobre 1986. Nel pomeriggio, poi, i pellegrini hanno progressivamente preso posto nelle ampie gradinate del Teatro romano, dove un settore speciale era stato riservato alle Suore di Nostra Signora del Carmelo, così come alle numerose autorità presenti. Insieme a 250 sacerdoti, hanno concelebrato sedici vescovi, fra i quali l’arcivescovo di Firenze cardinal Ennio Antonelli e il padre generale dei Carmelitani Josef Chalmers. Dopo il saluto del cardinale Saraiva Martins, il vescovo di Fiesole ha dato il suo saluto a tutti i presenti evocando la testimonianza di santità del vescovo carmelitano Andrea Corsini e ringraziando il Santo Padre Benedetto XVI.

Alla fine dell’atto penitenziale, si è svolto il suggestivo rito della beatificazione con la lettura della Lettera apostolica con la quale il Santo Padre Benedetto XVI ha dichiarato Beata la venerabile serva di Dio Maria Teresa di Gesù Scrilli. Subito è stato scoperto l’arazzo con l’immagine della nuova Beata, al suono delle chiarine, le tradizionali trombe del comune di Firenze, e delle campane della Cattedrale, unite allo scrosciante applauso dell’assemblea: durante il canto dell’Alleluia e della bella antifona che acclama la nuova Beata, la Madre generale dell’Istituto delle Suore di Nostra Signora del Carmelo ha collocato le reliquie della nuova Beata accanto all’altare, subito venerate e incensate dal vescovo di Fiesole. La celebrazione è poi proseguita in un singolare clima di raccoglimento, nella preghiera intensa, nella lode e nel rendimento di grazie al Signore per tutti i suoi benefici.

Un momento particolarmente commovente è stato riascoltare, nel secondo canto di comunione, le parole di una bellissima preghiera della beata Maria Teresa Scrilli, che più di ogni altro testo esprime la sintesi di contemplazione e azione, preghiera e missione che ella ha saputo incarnare nella sua vita, e che lo stesso cardinale Saraiva Martins ha ampiamente evocato nell’omelia: «Ti amo, mio Dio, nei doni tuoi – recita la preghiera della nuova Beata -, ti amo nella mia nullità, perché anche in questo comprendo la tua infinita sapienza… Ti amo in tutto, che rechi sofferenza o pace, perché non cerco né mai cercai le tue consolazioni, ma Te, Dio delle consolazioni».

A tutti resta l’urgente compito di cercare il Signore con tutta la nostra vita, cercarlo a tutti i costi, cercarlo prima di ogni altra cosa. Solo chi cerca Dio, infatti, come scrive il Santo Padre Benedetto XVI nella sua prima enciclica, va veramente incontro anche ai fratelli: «chi va verso Dio non si allontana dagli uomini, ma si rende invece ad essi veramente vicino».

Madre Scrilli diventa beata