Vita Chiesa
Muto o preverbale? «Chiamatemi per nome»
No! siamo semplicemente nel campo delle parole. D’ora in poi in tutti i documenti pubblici il termine sordomuto sarà cancellato e sostituito da «sordo preverbale».
Rimango veramente senza parole (muto o preverbale?) e non vorrei mancare di rispetto verso le associazioni che pare abbiano chiesto questo. Così la parola «sordomuto» non avrà più quella connotazione negativa e a volte offensiva. Ma basta cambiare parola per non essere offesi? Basta un linguaggio diverso per migliorare il cuore e il cervello degli uomini? Non voglio certo minimizzare la grande forza educativa delle parole.
Lasciamoci augurare Buon Natale dalle parole di un papà di una bambina, secondo noi, sfortunata. «Chiamatemi per nome. Anch’io ho un volto, un sorriso, un pianto una gioia da condividere. Anch’io ho pensieri , fantasia, voglia di volare. Chiamatemi per nome, non più portatore di handicap, disabile, handicappato, cieco sordo, cerebroleso, spastico, tetraplegico. Forse usate chiamare gli altri: portatori di occhi castani oppure inabile a cantare? Per favore abbiate il coraggio della novità. Abbiate occhi nuovi per scoprire che prima di tutto io sono. Chiamatemi per nome».