Vita Chiesa
NUOVA EVANGELIZZAZIONE, PRIMO CONFRONTO IN VATICANO IN VISTA DEL SINODO
Un confronto con i responsabili delle realtà ecclesiali e i nuovi evangelizzatori impegnanti in tutto il mondo, avendo sullo sfondo la meta del prossimo Sinodo dei vescovi, che si terrà nell’ottobre 2012 e sarà dedicato proprio alla nuova evangelizzazione. Nuovi evangelizzatori per la nuova evangelizzazione. La Parola di Dio cresce e si diffonde’ è il tema dell’appuntamento organizzato oggi e domani in Vaticano per iniziativa del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione. Aperto dalla relazione del presidente del dicastero vaticano, mons. Rino Fisichella, l’incontro con i responsabili delle realtà ecclesiali in mattinata ha visto un confronto a partire da sette ambiti di testimonianza tratti dai Lineamenta per il prossimo Sinodo dei vescovi: cultura, fenomeno migratorio, comunicazione, famiglia, liturgia, politica, pastorale ordinaria. Nel pomeriggio vengono proposti gli interventi di madre Veronica Berzosa, fondatrice superiora di Iesu Communio, dello scrittore Vittorio Messori, dello scienziato Marco Bersanelli e di mons. Fabio Suescun Mutis, vescovo castrense della Colombia. Alle 18, nell’aula Paolo VI, concerto del tenore Andrea Bocelli, mentre l’incontro con il Papa chiuderà la giornata. Domani, infine, la celebrazione eucaristica in San Pietro (alle 9.30) presieduta da Benedetto XVI.
Risposte adeguate. Un fiume che irriga il mondo di oggi là dove le persone vivono e lavorano è l’immagine che mons. Rino Fisichella ha utilizzato nella sua relazione introduttiva all’assemblea per definire la nuova evangelizzazione. Un ambito al quale hanno contribuito i 27 anni del magistero di Giovanni Paolo II e ora quello di Benedetto XVI, anche attraverso l’istituzione del Pontificio Consiglio e l’esortazione a offrire risposte adeguate. La marginalizzazione di Dio ha sottolineato il presidente ha portato disorientamento nell’identità personale, indifferenza, ignoranza rispetto ai contenuti essenziali della dottrina. Molti, sbagliando, hanno pensato che l’annuncio esplicito non fosse più necessario e la sola testimonianza della vita fosse la via della nuova evangelizzazione, ha aggiunto il presule precisando che, al contrario, è la stessa testimonianza cristiana a richiedere di essere annunciatori. Guardando alle realtà ecclesiali presenti all’assise, mons. Fisichella ha lodato questo segno di grande dinamismo, indicazione che la fede provoca tanti cristiani, perché la chiamata alla conversione sia esperienza di salvezza. E, se qualcuno oggi vuole riconoscere i cristiani, lo deve poter fare per il loro impegno nella fede, non per le belle intenzioni.
La parrocchia, testimone sul territorio. È nella pastorale ordinaria di cui la parrocchia è struttura fondamentale, che dovremo trovare le forme perché l’intera comunità scopra il suo essere evangelizzatrice, ha poi precisato mons. Fisichella andando a trattare quegli ambiti di testimonianza posti al centro dell’attenzione. Da qui parte la sfida, per cui dobbiamo esprimere un progetto che permetta alla comunità parrocchiale di essere testimone sul territorio. Il vescovo ha quindi parlato della liturgia, azione mediante la quale la Chiesa esprime il suo essere nel mondo ed è linfa vitale per il suo annuncio, che nella differenza dei riti mostra l’unità del credere. Sul fronte della cultura, la mancanza di pensiero indebolisce la fede e la rende incapace di raggiungere tutti. Contro questa deriva, ha ammonito, dobbiamo ritrovare la via maestra per riportare lo sguardo sull’essenziale.
Per le generazioni future. Ancora, la formazione, essere propositivi in un momento di debolezza culturale generalizzata, a partire dalla famiglia, della quale bisogna curare la promozione anche in un’ottica di evangelizzazione, poiché essa costituisce lo spazio materiale al cui interno avviene la trasmissione della fede. E la politica, dove un impegno dei cristiani è urgente perché lì si fanno le leggi che determinano la cultura delle generazioni che verranno dopo di noi. Mentre, di fronte al sempre più massiccio fenomeno migratorio, l’impegno della Chiesa non si può limitare a una distribuzione di servizi, ma dev’essere accompagnato da uno slancio evangelizzatore, ricordando al contempo che le differenti tradizioni religiose dei fratelli di fede che provengono da altri contesti possono essere una ricchezza per stimolare l’indifferenza dei nostri battezzati. Da ultimo, l’ambito della comunicazione, che non può essere considerato solo in un’ottica funzionale, ma chiede di conoscere, studiare e utilizzare il linguaggio dei media, senza tradire il messaggio di cui siamo promotori.