Papa Francesco a corpo diplomatico: «Cambio di atteggiamento» sui migranti
Anche quelle dei profughi e rifugiati sono «vite scartate», perché «la conseguenza delle situazioni di conflitto è spesso la fuga di migliaia di persone dalla propria terra d'origine».
A farlo notare è stato il Papa, che nel discorso al Corpo diplomatico ha sottolineato che si fugge dal proprio Paese «non tanto perché si va in cerca di un futuro migliore, ma semplicemente di un futuro, poiché rimanere nella propria patria può significare una morte certa». «Quante persone perdono la vita in viaggi disumani, sottoposte alle angherie di veri e propri aguzzini avidi di denaro?», l'allarme di Francesco, che ha citato la sua recente visita al Parlamento europeo per ribadire che «non si può tollerare che il Mare Mediterraneo divenga un grande cimitero». Altro «dato allarmante», per Francesco, il fatto che «molti migranti, soprattutto nelle Americhe, sono bambini soli, più facile preda dei pericoli».
«Giunti spesso senza documenti in terre sconosciute di cui non parlano la lingua, è difficile per i migranti venire accolti e trovare lavoro», la denuncia del Papa: «Oltre alle incertezze della fuga, essi sono costretti ad affrontare anche il dramma del rifiuto». Di qui la necessità di «un cambio di atteggiamento nei loro confronti, per passare dal disinteresse e dalla paura ad una sincera accettazione dell'altro». Bisogna «agire sulle cause e non solo sugli effetti», l'invito di Francesco, che ha esortato «tanto gli Stati quanto le Organizzazioni internazionali ad agire con impegno per risolvere tali gravi situazioni umanitarie e a fornire ai Paesi di origine dei migranti aiuti per favorirne lo sviluppo socio-politico e il superamento dei conflitti interni, che sono la causa principale di tale fenomeno».
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