Vita Chiesa

Papa in Iraq: don Sacco (Pax Christi), «emozione, gioia e speranza»

Il sacerdote ricorda nel 1998 l’incontro delle comunità cristiane arabe per la pace a Baghdad cui ha partecipato come Pax Christi. «L’Iraq vuol dire guerra, bugie, armi all’uranio e al fosforo bianco, morti, rapimenti. Ma l’Iraq vuol dire anche tante amicizie, da Mosul a Bassora, a Erbil, Karamless, Batnaia, Kirkuk, Alqosh».

Nelle sue parole anche il ricordo di «tanti volti di giovani, di bambini». «Iraq vuol dire tanti racconti intorno alla tavola nella gioia di non sentirsi dimenticati. Vuol dire ricordare le tante comunità cristiane incontrate». Il riferimento al vescovo di Mosul, mons. Rahho, che «ho potuto salutare poco prima del suo rapimento, a fine febbraio 2008, poi trovato morto nella discarica della sua città, a Mosul, il 13 marzo 2008».

Un Paese che il coordinatore di Pax Christi considera «la terra dei due fiumi, di Abramo, di Babilonia, dei datteri e del petrolio. Ma soprattutto la terra di tante persone amiche, vittime innocenti di una guerra che è ‘avventura senza ritorno’».