Vita Chiesa

Sinodo 2018: card. Marx, «non è un Sinodo sulla sessualità, ma sui giovani»

«Al centro della riflessione sulla gioventù si colloca sicuramente anche il tema del riconoscimento della sessualità, particolarmente importante per i giovani nella fascia di età tra i 13 e i 18 anni», ha spiegato il card. Reinhard Marx durante il briefing di oggi presso la Sala Stampa della Santa Sede, riferendo del dibattito in corso tra i vescovi. Il Sinodo, tuttavia, non «non è un Sinodo sulla sessualità», e per Marx «bisogna stare attenti che la tematica della sessualità non venga strumentalizzata per battaglie ideologiche, e soprattutto che non sia limitata soltanto alla sessualità fisica. Anche la castità è una dimensione della sessualità, che però non prescinde dall’essere uomo e dall’essere donna: potrebbe essere il tema di un intero Sinodo».

Su questioni come la sessualità, la tesi di Marx, «bisogna riuscire a trovare una strada comprensibile per tutti, per far capire che il Sinodo non dà giudizi teorici sulla sessualità, ma accompagna le persone e fa sentire loro che la Chiesa le ascolta». Di qui la necessità «di non assumere parole fuorvianti sulla sessualità», la proposta del cardinale a proposito del documento finale del Sinodo: «Dobbiamo parlare un linguaggio comprensibile, e nelle Chiese particolari bisogna trovare le forme adeguate per parlare anche di queste questioni. Non si possono omogeneizzare le culture. In un documento che riguarda l’intera Chiesa si deve parlare in modo che non si possa essere fraintesi».

«Non siamo al Sinodo per risolvere problemi particolari, ma per guardare la Chiesa globale», ha affermato mons. Andrew Nkea Fuanya, vescovo di Mamfe (Camerun): «Non voterei un documento che contenga l’espressione Lgbt – ha dichiarato – perché poi il 90% dei giovani mi chiederebbe di cosa si tratta, e dovrei spiegare loro una cosa che non conosco bene. Da noi certe cose non sono ancora arrivate». In Camerun, ha spiegato inoltre il vescovo, «la Chiesa è l’unica voce che si può opporre ad alcune politiche: se cominciamo ad usare un certo linguaggio, loro cercheranno di utilizzarlo per criticarci».

«Il documento finale del Sinodo verrà pubblicato», e poi spetterà al Papa «la decisione su cosa farne», ha confermato il card. Reinhard Marx. Si tratta di «un documento aperto», ha spiegato il cardinale, che poi «potrà essere accompagnato da un testo didattico da parte del Santo Padre, o semplicemente accettato come un documento per sollecitare la discussione. Indipendentemente da quale sarà la sua decisione, il testo verrà pubblicato». Il documento finale del Sinodo, comunque, «è solo una parte» di ciò che il Sinodo ha prodotto analizzando il mondo giovanile, che «è un processo della società che deve essere interpretato alla luce del Vangelo». Ad esso, ha ricordato infatti Marx, vanno aggiunte «la lettera che sarà indirizzata ai giovani, i discorsi iniziali del Papa e quelli conclusivi, che comprendono anche la Messa di chiusura di domenica». In quell’occasione, ha reso noto il prefetto del Dicastero per la comunicazione della Santa Sede, Paolo Ruffini, potrebbe essere letta la «Lettera ai giovani», la cui prima stesura è stata letta questa mattina in Aula ai padri sinodali.

«Tutti hanno apprezzato la proposta di documento finale», ha riferito Ruffini, a cui i 267 padri sinodali «hanno proposto alcune integrazioni su alcuni singoli punti». Il documento con cui si concluderà il Sinodo, ha confermato Ruffini, «sarà più breve dell’Instrumentum laboris, ma sarà comunque un testo lungo». Questa mattina sono intervenuti in Aula 44 padri sinodali; la discussione continuerà questo pomeriggio. Sempre oggi, ha informato il prefetto, i padri sinodali si sono confrontati «su come procedere per l’elezione del prossimo Consiglio per il Sinodo, i cui membri saranno 21 – e non più 15 – e verranno eletti per continente, più altri 4 membri di nomina pontificia».

«Abbiamo bisogno della partecipazione delle donne, non simbolica, ma nei processi decisionali della Chiesa. È impensabile diversamente». Il card. Reinhard Marx, ha usato toni perentori, durante il briefing odierno sul Sinodo in sala stampa vaticana, per auspicare una maggiore presenza femminile nella comunità ecclesiale. «Cinquant’anni fa la pensavo in maniera diversa, ma per fortuna non ci siamo fermati in questa posizione», ha aggiunto il cardinale. «La ratio sacerdotalis – ha precisato – è un punto di riferimento imprescindibile, ma ciò non significa che le donne non possano avere voce nei processi decisionali». «La questione delle donne è impellente, ma non si risolve dall’oggi al domani», ha affermato Marx, secondo il quale «è arrivato il momento di parlarne e di progredire».

In Germania, ad esempio, su 27 diocesi, 11 donne si occupano di dirigere la cura pastorale: «Nella mia diocesi, su sette-otto donne che hanno la responsabilità dei vari settori pastorali, quattro sono in posizione di vertice». «Non bisogna far credere che nella Chiesa vogliamo tenere il potere solo nelle mani degli uomini: bisogna progredire, non domani ma oggi stesso», la tesi del porporato, che ha auspicato «un maggiore coinvolgimento delle donne nei posti-chiave, altrimenti le perderemo». Anche gli scandali sessuali, ha fatto notare Marx, «sono un abuso di potere», e la Chiesa deve contrastarli «cambiando le strutture con il coinvolgimento di tutti», scongiurando «il clericalismo, che si verifica quando un gruppo sente di avere il predominio sugli altri e impone agli altri di comportarsi di conseguenza».