Vita Chiesa

Vicofaro, mons. Tardelli a don Biancalani: «Basta con le polemiche e in chiesa non si fa politica»

Lo scorso 22 aprile il parroco di Vicofaro, don Massimo Biancalani, aveva ospitato in chiesa un incontro politico con l’ex presidente della Camera Laura Boldini. Sul sito della Diocesi era apparsa una nota, a firma «Ufficio stampa», dal titolo «Politica in chiesa», nel quale si affermava che , come ribadito in varie occasioni dal Vescovo, «gli ambienti parrocchiali e tanto più le chiese, non possono essere utilizzati per manifestazioni, conferenze, dibattiti e incontri di carattere politico in senso stretto né in particolare organizzati da partiti politici o associazioni e movimenti ad essi afferenti». Il riferimento esplicito era a quanto avvenuto a Vicofaro dove «la sig.ra Laura Boldrini, non più Presidente della Camera dei deputati ma esponente di spicco di un partito politico, ha tenuto una conferenza nella chiesa di Vicofaro, insieme ad altri rappresentanti politici. Mons. Vescovo – proseguiva il comunicato – esprime tutto il suo disappunto per l’accaduto e richiama i parroci alle loro responsabilità affinché cose del genere non abbiano a ripetersi, né a Vicofaro né in altre parrocchie della diocesi».

La nota poi proseguiva: «Con un certo stupore ha appreso, inoltre, che dell’esperienza di don Biancalani si vorrebbe fare una specie di cavallo di battaglia per portare avanti un determinato progetto politico in Toscana. Mons. vescovo ricorda a tutti che l’esperienza di don Biancalani è una esperienza prettamente ecclesiale e come tale può certo fornire spunti per l’impegno di chi lo voglia, ma non può essere assimilata da progetti politici partitici. Lo stesso don Massimo, come prete diocesano, di questo è senz’altro consapevole. Il vescovo Tardelli coglie l’occasione anche per precisare che la cosiddetta “Assemblea permanente antifascista e antirazzista di Vicofaro” non ha niente a che fare con la parrocchia di Vicofaro e non si può confondere in alcun modo con essa. Per questo motivo, se fosse successo in passato, è desiderabile che d’ora in avanti le riunioni di detta assemblea non si tengano nei locali parrocchiali».

E concludeva: «In questa circostanza, infine, mons. Vescovo vuole ribadire che non sono mai accettabili minacce, insulti e offese da parte di persone o gruppi politici nei confronti sia dei fratelli e delle sorelle immigrati, sia di chi si occupa di accoglienza e di integrazione».

Oggi lo stesso vescovo, mons. Tardelli si è visto costretto ad intervenire di fronte alle reazioni pubbliche di don Biancalani. Ecco il testo integrale della nota.

«Le considerazioni che don Massimo ha voluto pubblicare su tutti i mezzi di comunicazione, mi stupiscono non poco e mi vedono costretto mio malgrado a intervenire pubblicamente. Il primo motivo di stupore è proprio la sua reazione. Il comunicato, definito impropriamente “della Curia”, non lo chiamava infatti direttamente in causa ma ricordava una indicazione già altre volte data alla diocesi e che nel caso in questione non è stata rispettata. Non per l’argomento affrontato, figuriamoci, ma per il fatto che chi ha parlato in chiesa davanti all’altare, aveva una precisa e chiara connotazione partitica e stava esponendo tesi più o meno condivisibili, ma che in quel momento si configuravano come elementi di un progetto politico partitico. Tra l’altro – e su questo sarebbe stato necessario un approfondimento da parte dello stesso don Massimo – l’iniziativa risulta organizzata da un’associazione che ha come chiaro scopo la costruzione – o meglio la ricostruzione – di un nuovo “centrosinistra”. Con questo non si intendono mettere minimamente in dubbio le buone intenzioni di chi ha pensato l’iniziativa, né di chi ha parlato, né di altre realtà che sono ben libere di dire e fare quello che ritengono giusto, senza però creare confusione con la realtà parrocchiale o sovrapporsi ad essa. La reazione pare dunque spropositata e in definitiva fuori luogo».

«Il secondo motivo di stupore sono le modalità seguite nel reagire, alle quali purtroppo don Massimo è incline, nonostante i miei ripetuti e riservati richiami. Perché non parlarne in modo riservato con me, in un dialogo franco e fraterno, chiarendo intenzioni ed equivoci, se ci sono stati? Perché andare subito su tutti i giornali, costringendo anche me a una pubblicità che non credo serva a nessuno? Dispiace poi sentire che in coscienza rifarebbe tutto quello che è stato fatto sabato scorso, perché allora non si vuol proprio capire e non ci si vuol minimamente mettere in discussione. Colgo anche questa occasione per ribadire, se ancora una volta ce ne fosse bisogno, quanto nel precedente comunicato si diceva e cioè che né a Vicofaro né in alcuna altra parrocchia si sarebbero dovute organizzare cose del genere. Quindi non posso che manifestare il mio disappunto anche per ciò che proprio ieri sera si è fatto nei locali parrocchiali di San Biagio».

«A questo punto per favore non diamo però ulteriore spazio alle controrepliche delle repliche delle repliche, cosa in cui noi pistoiesi siamo abbastanza maestri! Finiamola qui. Forse è meglio cercare di non perdere troppo tempo in sterili polemiche, impegnandoci piuttosto a fare – silenziosamente – il bene e, soprattutto, a farlo bene».