Vita Chiesa

BENEDETTO XVI, OMELIA CHIUSURA SINODO: AFRICA «CORAGGIO, ALZATI!»

“Un messaggio di speranza per l’Africa”: è quello che ha voluto consegnare ieri mattina, Benedetto XVI al Continente Nero, nell’omelia della celebrazione eucaristica a conclusione della II Assemblea speciale per l’Africa del Sinodo dei vescovi. La messa, che è stata celebrata nella basilica vaticana, è stata concelebrata dai padri sinodali. “Il disegno di Dio – ha osservato il Papa – non muta. Attraverso i secoli e i rivolgimenti della storia, Egli punta sempre alla stessa meta: il Regno della libertà e della pace per tutti”. E ciò implica “la sua predilezione per quanti di libertà e di pace sono privi, per quanti sono violati nella propria dignità di persone umane. Pensiamo – ha sottolineato il Pontefice – in particolare ai fratelli e alle sorelle che in Africa soffrono povertà, malattie, ingiustizie, guerre e violenze, migrazioni forzate”. Per il Santo Padre, “la fede in Gesù Cristo – quando è bene intesa e praticata – guida gli uomini e i popoli alla libertà nella verità, o, per usare le tre parole del tema sinodale, alla riconciliazione, alla giustizia e alla pace”. Questo, ha aggiunto, “è la Chiesa nel mondo: comunità di persone riconciliate, operatrici di giustizia e di pace; ‘sale e luce’ in mezzo alla società degli uomini e delle nazioni”. “Il Sinodo ha ribadito con forza, e lo ha manifestato, che la Chiesa – ha osservato Benedetto XVI – è famiglia di Dio, nella quale non possono sussistere divisioni su base etnica, linguistica o culturale”. Non solo: “La Chiesa riconciliata è potente lievito di riconciliazione nei singoli Paesi e in tutto il Continente africano”. Inoltre, il suo messaggio di salvezza la Chiesa lo trasmette “coniugando sempre l’evangelizzazione e la promozione umana”. D’altro canto ciò che l’enciclica Populorum progressio di Paolo VI elaborò in termini di riflessione, “i missionari l’hanno realizzato e continuano a realizzarlo sul campo, promuovendo uno sviluppo rispettoso delle culture locali e dell’ambiente, secondo una logica che ora, dopo più di 40 anni, appare l’unica in grado di far uscire i popoli africani dalla schiavitù della fame e delle malattie”. A proposito di globalizzazione, il Papa ritiene che questa “non va intesa fatalisticamente come se le sue dinamiche fossero prodotte da anonime forze impersonali e indipendenti dalla volontà umana. La globalizzazione è una realtà umana e come tale è modificabile secondo l’una o l’altra impostazione culturale. La Chiesa lavora con la sua concezione personalista e comunitaria, per orientare il processo in termini di relazionalità, di fraternità e di condivisione”.“Coraggio, alzati! Così quest’oggi il Signore della vita e della speranza si rivolge alla Chiesa e alle popolazioni africane, al termine di queste settimane di riflessione sinodale. Alzati, Chiesa in Africa, famiglia di Dio, perché ti chiama il Padre celeste che i tuoi antenati invocavano come Creatore, prima di conoscerne la vicinanza misericordiosa”, rivelatasi in Gesù. Questo l’invito e l’incoraggiamento rivolto da Benedetto XVI. L’urgente azione evangelizzatrice, ha quindi evidenziato il Papa, “comporta anche un appello pressante alla riconciliazione, condizione indispensabile per instaurare in Africa rapporti di giustizia tra gli uomini e per costruire una pace equa e duratura nel rispetto di ogni individuo e di ogni popolo”. Una pace che “ha bisogno e si apre all’apporto di tutte le persone di buona volontà al di là delle rispettive appartenenze religiose, etniche, linguistiche, culturali e sociali”. In tale impegnativa missione “tu, Chiesa pellegrina nell’Africa del terzo millennio, non sei sola. Ti è vicina con la preghiera e la solidarietà fattiva tutta la Chiesa cattolica”. Allora, “coraggio! Alzati, Continente africano”, “accogli con rinnovato entusiasmo l’annuncio del Vangelo”, nella consapevolezza che la Chiesa, accanto all’opera di evangelizzazione, “si impegna anche ad operare, con ogni mezzo disponibile, perché a nessun africano manchi il pane quotidiano”.Sir