Opinioni & Commenti

I trent’anni di «Toscana Oggi»: un punto di riferimento alto, anche per il futuro

Come è stata azzeccata, negli anni seguenti, la scelta di valorizzare sempre di più la collocazione on line. La carta stampata vive da tempo una crisi profonda, la disaffezione che si sta manifestando e che colpisce soprattutto quella quotidiana è fenomeno preoccupante ma forse non ancora ben analizzato. Certo influiscono i nuovi strumenti di informazione, in tempo reale e senza rete, attraverso i quali si può dire tutto e di tutti, ma non è solo questione di «concorrenza», magari anche sleale. Probabilmente la carta stampata, e quindi gli addetti ai lavori, non hanno trovato per tempo le risposte adatte ad un quesito quasi banale: che tipo di giornali possono essere adatti, utili e interessanti, in una società che da un lato rischia seriamente una overdose di informazione e dall’altro conosce sempre meno gli approfondimenti, la cultura del dialogo, del confronto e del ragionamento?

Nessuno ha la ricetta ideale, e del resto non ne servirebbe una sola. Ma viene da pensare che i giornali con una loro identità chiara, che non strillano le notizie, che rispettano prima di tutto il loro ruolo di informazione e i loro lettori, che contribuiscono ad approfondire i temi della vita quotidiana senza imporre nulla ma invitando al ragionamento, hanno maggiori possibilità di affrontare il mare burrascoso nel quale naviga la stampa, e non solo in Italia.

Nel suo lungo-breve cammino (trent’anni sono tanti e pochi allo stesso tempo) «Toscana Oggi» ha tenuto la barra dritta e non è mai venuta meno non solo alla sua precisa identità ma anche agli altri principi e valori che ne fanno, per molti aspetti, un giornale diverso. Fra i meriti che ha avuto ne voglio sottolineare, sia pure schematicamente, tre: il dialogo costante con i lettori anche sui temi più impegnativi e che magari possono provocare divisione fra i cattolici e magari nella stessa Chiesa; l’attenzione ai problemi sociali con una forte capacità di dare voce davvero a chi non riesce a trovarla (i nuovi poveri, ma anche i carcerati, gli immigrati clandestini, i discriminati); infine, la capacità e l’equilibrio con i quali il giornale ha affrontato la difficile fase che ha caratterizzato e in parte ancora caratterizza l’impegno in politica dei cattolici dalla fine della Dc alla diaspora, alla marginalizzazione.Sono tutti elementi che fanno davvero di «Toscana Oggi» un punto di riferimento alto anche per il futuro.

*direttore di «Storia e storie di Toscana» già caporedattore de «La Nazione»