Firenze

La relazione del card. Betori al clero fiorentino: “Camminiamo ancora insieme”

Nella sua relazione all’eremo di Lecceto, il cardinale Betori ha proposto uno sguardo sulla vita della Chiesa

Il cardinale Giuseppe Betori

Betori ha ricordato le «occasioni di riflessione e di impegno» che papa Francesco a continua a proporre. Una di queste è la lettera apostolica Desiderio desideravi sulla formazione liturgica del popolo di Dio: «Ritengo opportuno – ha detto l’arcivescovo – che questo documento venga ripreso da ciascuno di noi e dalle nostre comunità, per una riflessione che ci aiuti a riscoprire il vero spirito della liturgia, così come l’ha voluto il Concilio. Dobbiamo correggere troppe approssimazioni e imperfezioni nelle nostre celebrazioni, ma soprattutto dobbiamo far crescere la partecipazione consapevole e il legame tra culto e vita».
Fra poco poi sarà pubblicato il nuovo documento che il Papa ha annunciato come prosecuzione dell’enciclica Laudato si’ sulla responsabilità verso il creato: «Il rapporto tra l’uomo e l’ambiente – ha sottolineato Betori – è senz’altro un ambito di riflessione e di impegno che si configura come uno spazio decisivo del dialogo dei credenti con il mondo».
Betori ha anche ricordato la riforma della Curia romana e del vicariato di Roma «nella prospettiva di un governo della Chiesa più incentrato sull’evangelizzazione e con forme più partecipate». Riforme, ha aggiunto l’arcivescovo che introducono« prospettive che potranno aiutarci ad aggiornare la nostra organizzazione pastorale».
L’invito infine, ai preti, a rileggere la lettera del Santo Padre rivolta ai preti di Roma, che assieme alla gratitudine per il servizio svolto dai sacerdoti, mette in guardia dalla «mondanità spirituale» e dal clericalismo: «Vi invito a leggere e meditare queste pagine, facendone possibilmente argomento di un confronto fraterno nei vicariati».

Le celebrazioni per don Milani
Per quanto riguarda la vita della Chiesa fiorentina, Betori ha ricordato che «L’anno che stiamo vivendo è segnato dal 100° anniversario della nascita di don Lorenzo Milani». Tra i vari momenti di riflessione e approfondimento coordinati dal Comitato nazionale presieduto da Rosy Bindi, ha segnalato in particolare il convegno che si terrà a novembre, organizzato in collaborazione con la diocesi e con la Facoltà teologica dell’Italia centrale, che si occuperà della dimensione ecclesiale e pastorale del prete di Calenzano e di Barbiana: «È importante – ha affermato l’arcivescovo – per la nostra identità di Chiesa fiorentina raccogliere quanto ha seminato don Milani, come pure tutti gli altri nostri testimoni del Novecento, per trarne frutti nell’oggi».
Una citazione anche per le due donne fiorentine, di cui in quest’anno è stata riconosciuta l’eroicità delle virtù e che vengono quindi proposte come venerabili: Maria Margherita Diomira Allegri, delle Suore Stabilite nella Carità, nata a Firenzuola nel 1651 e morta a Firenze a soli 26 anni nel 1677, e Maria Cristina Ogier, morta a soli 19 anni nel 1974. Questo l’invito del cardinale: «Poniamole alla nostra venerazione, insieme agli altri venerabili della nostra Chiesa, raccomandando di invocarne l’intercessione così da poterne raccogliere prodigi ottenuti dalla loro mediazione da proporre per la beatificazione».

Il Cammino sinodale

«Siamo nel pieno del “Cammino sinodale” che il Papa ha proposto alla Chiesa. Raccomando a tutti il massimo impegno nel dare spazio a questo cammino nella nostra pastorale, nelle parrocchie e nelle aggregazioni ecclesiali, riconducendo a questa modalità sinodale l’intera azione pastorale, ordinaria e straordinaria. La sinodalità non è qualcosa che si aggiunge al nostro essere Chiesa e alle azioni ecclesiali che la costruiscono, ma costituisce il modo di essere della Chiesa nel nostro tempo».
È questo l’invito che il cardinale Giuseppe Betori ha rivolto ai preti durante l’incontro del clero all’eremo di Lecceto. L’arcivescovo ha ricordato l’intrecciarsi di due percorsi, quello del Sinodo dei vescovi, con l’assemblea generale che si aprirà in ottobre, e quello del Cammino sinodale della Chiesa italiana che, dopo la fase «narrativa» dedicata all’ascolto e al racconto della vita delle persone, delle comunità e dei territori, entra adesso nella fase «sapienziale», dedicata al discernimento di quanto emerso nel biennio precedente e al suo approfondimento in prospettiva spirituale, illuminata dall’icona biblica del racconto dell’incontro di Gesù con i due discepoli sulla strada verso Emmaus. Infine ci sarà la fase «profetica», in cui giungere a decisioni condivise su come la Chiesa deve vivere questo tempo di cambiamento.
La fase «sapienziale» vedrà, per la nostra diocesi, un incontro introduttivo il prossimo 24 settembre, a Spazio Reale. Domenica 8 ottobre ci sarà invece l’apertura dell’anno pastorale, con uno sguardo verso il Giubileo del 2025.
Il Cammino sinodale, ha concluso, «va vissuto non alla stregua di un ulteriore impegno pastorale, ma come una cornice in cui tutti gli impegni pastorali vanno ricondotti e come una modalità di vita ecclesiale che dovrà essere la forma di vita comunitaria del futuro. Rispondiamo quindi con generosità a quanto ci verrà proposto dal coordinamento diocesano. Nessuno si senta esonerato».

La Gmg di Lisbona
«Condivido con voi la gioia di aver potuto vivere la Giornata mondiale della Gioventù di Lisbona con una nutrita schiera di giovani fiorentini, accompagnati da un significativo numero di nostri sacerdoti».
Così, nella sua relazione all’eremo di Lecceto, il cardinale Giuseppe Betori ha voluto ricordare l’appuntamento che a inizio agosto ha coinvolto oltre duemila giovani della diocesi. Ha sottolineato l’arcivescovo: «I numeri, davvero rilevanti, dicono molto, ma non tutto. Molto di più dice la modalità di coinvolgimento, la serietà di partecipazione, la disponibilità alla riflessione e alla preghiera, lo spirito di condivisione e comunione che ho potuto constatare di persona e che mi sono stati riferiti dagli animatori. Un grazie quindi a chi, a livello diocesano, vicariale e parrocchiale ha permesso che questo si verificasse e una parola di speranza e di fiducia, ma anche di responsabilità, per tutti noi: c’è una disponibilità nel mondo dei giovani a lasciarsi interpellare dalla fede e dalla Chiesa, purché noi si sappia incontrarli con proposte credibili e testimonianze autentiche».

«Camminiamo ancora insieme»
«Quanto a me, continuo a essere tra voi, come mi ha chiesto il Santo Padre e fino a quando egli vorrà. Camminiamo ancora insieme, con spirito di fraternità, dedizione, aiuto reciproco». Queste le parole con con l’arcivescovo ha concluso il suo intervento