Italia

Migranti forzati, nel mondo sono 59,5 milioni. Biffoni: uno Sprar in ogni Comune

Il documento è frutto della collaborazione, per il secondo anno consecutivo, tra Anci, Caritas italiana, Cittalia, Fondazione Migrantes e Sprar, in collaborazione con Unhcr. Per Matteo Biffoni, sindaco di Prato, delegato immigrazione Anci, occorre fare «chiarezza su un dibattito spesso confuso». «L’emanazione del prossimo bando dello Sprar prevede la disponibilità di ulteriori 10 mila posti che si aggiungono agli attuali 20 mila con l’obiettivo di allargare la rete dei Comuni che ne fanno parte», ha aggiunto. Di qui la volontà di lavorare per una prospettiva che veda «il progetto Sprar sul territorio di ciascuno degli 8mila Comuni italiani: ora sono circa 340, ma noi vorremmo uno Sprar in ogni Comune». Il Rapporto integrale sarà anche oggetto di una Tavola rotonda che si terrà il prossimo 24 settembre al Conference Centre di Milano-Expo.

Nel 2014, i migranti forzati nel mondo sono stati complessivamente 59,5 milioni (8 milioni in più rispetto al 2013): 19,5 milioni di rifugiati fuori dal loro Paese di origine (di cui 14,4 milioni sotto il mandato dell’Unhcr), 38,2 milioni di sfollati interni fuggiti da guerre o persecuzioni; 1,8 milioni di richiedenti asilo, mentre a fine 2014 sono 33 le guerre in atto, 13 le situazioni di crisi e 16 le missioni Onu attive. Questi i dati del 2° Rapporto sulla protezione internazionale in Italia 2015, presentato oggi a Roma. A livello mondiale, prosegue il Rapporto, le Regioni in via di sviluppo accolgono l’86% del totale di questi migranti, 12,4 milioni di persone. Nel 2014 Asia e Pacifico hanno accolto complessivamente 3,8 milioni di rifugiati; l’Africa sub-sahariana 3,7 milioni. L’Europa ne ha ospitato circa 3,1 milioni(22%), provenienti da Siria (1,7 milioni), Ucraina (234.600) e Iraq (132.200); la regione del Medio Oriente e del Nord Africa circa 3 milioni, soprattutto dalla Siria (2,2 milioni). Con 769 mila rifugiati (357.900 colombiani), le Americhe hanno ospitato la quota più bassa (5%) a livello globale.

Nel 2014 sono state presentate nei 28 Paesi Ue 626.715 domande di protezione internazionale, 34.300 da minori non accompagnati, con un incremento di quasi 200mila rispetto all’anno precedente. Lo rivela il Rapporto sulla protezione internazionale. Per quanto riguarda le origini dei rifugiati, alla fine del 2014 la Siria è il primo paese al mondo con quasi 3,9 milioni presenti in 107 paesi, superando l’Afghanistan che ha ricoperto questo primato per più di trent’anni. Con la Somalia, terza in classifica, questi tre paesi hanno complessivamente contribuito con 7,6 milioni, ovvero più della metà (53%), al numero totale di tutti i rifugiati sotto la responsabilità Unhcr a fine 2014. Ma se a livello globale si tratta di numeri mai registrati prima, il Rapporto precisa che «questi dati toccano solo in minima parte i paesi europei e in particolare l’Italia, in quanto la grande maggioranza di chi è costretto a scappare (circa l’86%), rimane vicino a casa» mentre «meno del 10% arriva in Europa e di questi solo il 3% circa giunge in Italia». La Germania risulta il paese con la più alta richiesta di domande di protezione internazionale nell’Unione (202.815, pari al 32,4% del totale), incrementando il numero di domande del quasi 60% rispetto all’anno precedente. A distanza Svezia (81.325), Italia (64.625), Francia (64.310) e Ungheria (42.775).

Al 14 settembre 2015, circa 121.500 migranti sono giunti sulle coste italiane, soprattutto eritrei, nigeriani, somali, sudanesi, siriani. Nei primi cinque mesi del 2015 sono state presentate circa 25mila domande di protezione internazionale. In Italia, a fine giugno 2015, i richiedenti asilo e migranti nelle varie strutture risultavano circa 82mila.  I primi 3 paesi per numero di domande accolte – Germania, Svezia e Italia – coprono il 55,6% di tutte le domande ricevute dall’Ue nel 2014. Confrontando i dati rispetto all’anno passato, però, è possibile notare come l’Italia registri la crescita maggiore di domande presentate (+142,8%), passando da 26.620 a 64.625, seguita da Ungheria (18.900) e Danimarca (7.230 contro 17.715). Nel 2014, i rifugiati e i migranti giunti sulle coste italiane erano stati oltre 170 mila. A livello europeo gli autori del Rapporto chiedono un «approccio orientato alla tutela dei diritti umani» che preveda, tra l’altro, «linee guida comuni» e quote «in grado di rispondere all’effettivo bisogno». A livello nazionale è invece necessario arrivare alla ricomposizione di «un sistema unico d’accoglienza» con una regia territoriale di raccordo tra i diversi contesti di accoglienza, a partire dai soggetti più vulnerabili, tra cui i minori stranieri non accompagnati, 1.094 dei quali sono stati accolti nei primi sei mesi del 2015.