Gmg Lisbona 2023

Papa Francesco: conferenza stampa in aereo, cos’ha detto

"A Fatima ho pregato. Non ho fatto pubblicità”. Lo ha detto ieri Papa Francesco sul volo di ritorno da Lisbona. Gli abusi sui minori "una peste"

Papa Francesco conferenza stampa in aereo di ritorno da Lisbona

“Ho pregato, ho pregato. Ho pregato la Madonna e ho pregato per la pace. Non ho fatto pubblicità. Ma ho pregato. E dobbiamo continuamente ripetere questa preghiera per la pace. Lei nella prima guerra mondiale aveva chiesto questo. E io questa volta (questo) ho chiesto alla Madonna. E ho pregato. Non ho fatto pubblicità”. Lo ha detto ieri Papa Francesco sul volo di ritorno da Lisbona, dove ha presieduto la Giornata mondiale della gioventù, spiegando ai giornalisti, tra le altre cose, perché ha scelto di pregare in silenzio nel santuario.

Gli abusi? Una peste

“In maniera molto riservata ho ricevuto un gruppo di persone che sono state abusate. Come sempre faccio in questi casi, abbiamo dialogato su questa peste, questa tremenda peste. Nella Chiesa si seguiva più o meno lo stesso comportamento che si segue attualmente nelle famiglie e nei quartieri: si copre… Pensiamo che il 42% degli abusi avviene nelle famiglie o nei quartieri”. Lo ha detto Papa Francesco ai giornalisti, sul volo di ritorno dalla Gmg di Lisbona. “Dobbiamo ancora maturare e aiutare a scoprire queste cose. Dallo scandalo di Boston la Chiesa ha preso coscienza che non si poteva andare per cammini aleatori, ma che si doveva prendere il toro per le corna. Due anni e mezzo fa c’è stata la riunione dei presidenti delle Conferenze episcopali, dove sono state fornite anche delle statistiche ufficiali sugli abusi. Ed è grave, la situazione è molto grave. Nella Chiesa c’è una frase che stiamo usando continuamente: tolleranza zero, tolleranza zero. E i pastori che, in qualche modo, non si sono presi le loro responsabilità devono farsi carico di questa irresponsabilità… È molto duro il mondo degli abusi e per questo, esorto ad essere molto aperti su tutto questo”, ha aggiunto il Pontefice.
Per quanto riguarda “la domanda su come sta andando il processo nella Chiesa portoghese: sta andando bene. Sta andando bene e con serenità, si cerca la serietà nei casi di abuso. I numeri a volte finiscono per essere esagerati, un po’ per i commenti che sempre ci piace fare, ma la realtà è che sta andando bene e questo mi dà una certa tranquillità”, ha affermato il Santo Padre.
Francesco ha poi chiesto ai “giornalisti di collaborare in questo. Avete un telefono oggi? Un telefono. Ebbene, su uno qualsiasi di questi telefoni, a pagamento e con una password, si ha accesso all’abuso sessuale sui minori. Questo entra nelle nostre case e l’abuso sessuale sui minori viene ripreso in diretta. Dove si filma? Chi sono i responsabili? Questa è una delle pesti più gravi, accanto a tutto il mondo (…) ma voglio sottolinearlo perché, a volte, non ci si rende conto che le cose sono così radicali”. Il papa ha chiarito: “Quando si usa un bambino per fare spettacolo di un abuso, si attira l’attenzione. L’abuso è come ‘mangiare’ la vittima, no? O peggio, ferirla e lasciarla viva. Parlare con persone abusate è un’esperienza molto dolorosa, che mi fa anche bene, non perché mi piace ascoltare, ma perché mi aiuta a farmi carico di questo dramma”. Ribadendo che “le notizie possono aver ingigantito la situazione, ma le cose stanno andando bene in quanto a questo, il Papa ha chiesto: “In qualche modo, aiutate, aiutate perché tutti i tipi di abuso possano essere risolti, l’abuso sessuale, ma non è l’unico. Ci sono anche altri tipi di abuso che gridano al cielo: l’abuso del lavoro minorile, l’abuso del lavoro con i bambini, e viene utilizzato; l’abuso delle donne, no?”. Ancora oggi, ha concluso, ” in molti Paesi, si ricorre all’operazione chirurgica sulle bambine: si toglie loro il clitoride, e questo è oggi, e si fa con un rasoio, e addio… Crudeltà… E l’abuso del lavoro, cioè all’interno dell’abuso sessuale, che è grave, e tutto questo: c’è una cultura dell’abuso che l’umanità deve rivedere e convertirsi”.

I discorsi ai giovani

Alla domanda sul perché ha tagliato discorsi e omelie, nel viaggio in aereo di ritorno dalla Gmg, Papa Francesco ha spiegato: “Io quando parlo, non le omelie accademiche, ma questo cerco di farlo il più chiaro. Ma sempre quando parlo cerco la comunicazione. Voi avete visto che anche nell’omelia accademica qualche scherzo, qualche risata la faccio per controllare la comunicazione”. Il Pontefice ha chiarito: “Con i giovani i discorsi lunghi avevano l’essenziale del messaggio e io prendevo lì secondo come sentivo la comunicazione. Avete visto che facevo qualche domanda e subito l’eco mi indicava dove andava la cosa, se era sbagliato o no”. Il Santo Padre ha evidenziato: “I giovani non hanno molto tempo di attenzione. Pensa che se tu fai un discorso chiaro con un’idea, un’immagine, un affetto, ti possono seguire otto minuti”. E ha aggiunto: “Tra parentesi, nell’Evangelii Gaudium, la prima esortazione che ho fatto, ho scritto un lungo capitolo sull’omelia. Perché qui c’è un parroco (riferimento a don Benito Giorgetta, parroco di Termoli, ndr) che sa che le omelie alle volte sono una tortura, una tortura, che parlano bla, bla, e la gente… In qualche paesino, non so se a Termoli, gli uomini escono a farsi una sigaretta e tornano”. Di qui l’invito: “La Chiesa deve convertirsi in questo aspetto della omelia: breve, chiara, con un messaggio chiaro, e affettuosa. Per questo io controllo come va con i giovani e li faccio dire. Ma io ho accorciato perché… a me serve l’idea con i giovani”.

“Oggi il suicidio giovanile è importante, è importante il numero. Ce ne sono. I media non lo dicono tanto, perché non si informa sui media”. parlando con i giornalisti sul volo di ritorno dalla Gmg di Lisbona, Papa Francesco ha parlato del disagio giovanile. “Qui sono rimasto in dialogo con i giovani – non nella Confessione – ho approfittato per dialogare – ha raccontato -. Un bravo ragazzo mi ha detto: ‘Posso farti una domanda? Cosa pensa del suicidio?’. Parlava non una nostra lingua, ma ho capito bene e abbiamo cominciato a parlare del suicidio. E alla fine mi ha detto: ‘Grazie, perché l’anno scorso io ero indeciso se farlo o non farlo’”. Il Pontefice ha avvertito: “Tanti giovani angosciati, depressi, ma non solo psicologicamente… poi in alcuni Paesi che sono molto molto esigenti nell’università, i giovani che non riescono a ottenere la laurea o a trovare lavoro si suicidano, perché sentono una vergogna molto grande. Non dico che sia una cosa di tutti i giorni, ma è un problema. È un problema attuale. È una cosa che succede.

La mia salute va bene

“La mia salute va bene. I punti me li hanno tolti, faccio una vita normale, porto una fascia che devo portare per due tre mesi per evitare una eventuale ‘eventrazione’ (nel linguaggio medico: protrusione dei visceri addominali, ndr) fino a quando i muscoli saranno più forti”. Lo ha detto Papa Francesco, sul volo di ritorno dalla Gmg di Lisbona, parlando con i giornalisti. “La vista. In quella parrocchia ho tagliato il discorso perché c’era una luce davanti e non potevo leggere, mi veniva la luce e per questo ho tagliato”, ha spiegato.

A Marsiglia per parlare di migranti

“Sono andato a Strasburgo, andrò a Marsiglia, ma in Francia no. C’è un problema che a me preoccupa, che è il problema Mediterraneo. Per questo vado in Francia”. Lo ha spiegato, ieri, Papa Francesco, sul volo di ritorno dalla Gmg, parlando con i giornalisti. “È criminale lo sfruttamento dei migranti. Qui in Europa no, perché va, siamo più colti, ma nei lager del Nord Africa… Io raccomando una lettura. C’è un piccolo libretto, piccolo, che scrisse un migrante che per venire dalla Guinea in Spagna ha speso credo tre anni perché era catturato, torturato, schiavizzato. I migranti in quei lager del Nord: è terribile”, ha affermato il Pontefice. “In questo momento – la settimana scorsa – l’associazione Mediterranea Saving Humans, stava facendo un lavoro per riscattare i migranti che erano nel deserto tra la Tunisia e la Libia, perché li avevano lasciati lì a morire – ha proseguito -. Quel libro si chiama Hermanito – in italiano ha il sottotitolo Fratellino – ma si legge in due ore, vale la pena. Leggetelo e voi vedrete il dramma dei migranti prima di imbarcarsi. I vescovi del Mediterraneo faranno questo incontro, anche con qualche politico, per riflettere sul serio sul dramma dei migranti. Il Mediterraneo è un cimitero, ma non è il cimitero più grande. Il cimitero più grande è il Nord Africa. È terribile questo, leggetelo. Io vado a Marsiglia per questo. La settimana scorsa il presidente Macron (mi) ha detto che è sua intenzione di venire a Marsiglia e sarò (lì) una giornata e mezza: arrivo il pomeriggio e la seguente giornata piena”.
Alla domanda se ha qualcosa contro la Francia la risposta è stata netta: “No. No su questo è una politica. Io sto visitando i piccoli Paesi europei. I grandi Paesi, Spagna, Francia, Inghilterra, li lascio per dopo, alla fine. Ma come opzione ho cominciato con l’Albania e così i piccoli. Non è niente. La Francia, due città, Strasburgo e Marsiglia.