Papa Francesco

Papa Francesco: riconoscere e combattere le bestie che rischiano di sbranarci

Prima domenica di Quaresima

Papa Francesco all'Angelus (Foto archivio Agensir)

Bestie selvatiche e angeli. Erano i “compagni” di Gesù durante i quaranta giorni nel deserto, descritti nel Vangelo odierno, e sono presenze dell’anima che accompagnano la vita di ogni uomo e che ancor di più si palesano nel deserto interiore, quello del cuore. Le prime – spiega Francesco dalla finestra dell’Angelus – vanno ammansite e combattute, i secondi ascoltati e seguiti.

Il Papa cala la Parola di questa prima Domenica di Quaresima nel vissuto di ciascuno e subito mette in guardia dalle tante “bestie” che dividono il cuore e tentano di possederlo, passioni disordinate che suggestionano, sembrano seducenti ma, se non stiamo attenti, rischiano di sbranarci.

Possiamo dare dei nomi a queste “bestie” dell’anima: i vari vizi, la bramosia della ricchezza, che imprigiona nel calcolo e nell’insoddisfazione, la vanità del piacere, che condanna all’inquietudine e alla solitudine, e ancora l’avidità della fama, che genera insicurezza e un continuo bisogno di conferme e di protagonismo. Sono come bestie “selvatiche” e come tali vanno ammansite e combattute: altrimenti ci divorano la libertà. E la Quaresima ci aiuta ad entrare nel deserto interiore per correggere queste cose.

Ma la Quaresima è anche il tempo propizio per ascoltare gli angeli, “messaggeri di Dio che ci aiutano e ci fanno del bene”. Essi richiamano “pensieri e sentimenti buoni suggeriti dallo Spirito Santo” perché la loro principale caratteristica è il “servizio”, ovvero l’esatto opposto del possesso, tipico delle passioni.

Mentre le tentazioni ci dilaniano, le buone ispirazioni divine ci unificano e ci fanno entrare nell’armonia: acquietano il cuore, infondono il gusto di Cristo, “il sapore del Cielo”. E per cogliere l’ispirazione di Dio e capire bene, ci vuole entrare nel silenzio, nella preghiera.

Mentre esorta i fedeli a comprendere quali bestie si agitano nel cuore, a dare loro un nome, così da evitare di finire sbranati da quelle stesse passioni, il Pontefice richiama ancora l’attenzione sugli strumenti giusti per far posto a Cristo e resistere alle tentazioni: preghiera e silenzio. Altro invito che Francesco rivolge a tutti: quello di non aver paura di entrare nel deserto, perché solo in ascolto del cuore, si comprende la verità.