Cattolici e politica, è l’ora di alzare la voce su certi principi

Caro direttore,

la candidatura di Marco Cappato per il Pd alle elezioni suppletive di Monza (che sono state convocate per sostituire Silvio Berlusconi) a me sembra che segni una scelta netta di Elly Schlein.

Cappato cosa rappresenta? L’affermazione del relativismo totale. Eutanasia, liberalizzazione delle droghe, utero in affitto… Non solo. Mi sembra che Cappato sia un liberista anche in tema di economia.

Comunque, credo che il problema non sia Cappato ma le scelte di Schlein in relazione al Partito democratico.

Infatti, quale spazio può esserci in un partito del genere per la componente cattolica e per quella riformista?

E, in secondo luogo, quale visione di società può avere la segretaria del Pd proponendo questa canditura?

La ringrazio per la risposta che vorrà darmi.

Alberto Bianchi

Quella del signor Alberto è una delle lettere arrivate su questo tema dalla settimana scorsa, da quando Elly Schlein ha ufficializzato una scelta del suo Pd che già da qualche giorno era nell’aria. Una scelta che lascia perplessi, ne siamo convinti, anche molti esponenti del Pd che hanno radici nel mondo cattolico. Pensiamo effettivamente non sia facile per chi vive certi principi come la difesa della vita, dalla nascita fino alla morte, appoggiare chi si è sempre speso per qualcosa di diverso, sia questo l’aborto o l’eutanasia. Proprio mentre scrivo sulle agenzie è stata battuta la notizia che la procura di Milano ha chiesto l’archiviazione dei procedimenti che vedevano Marco Cappato accusato di aiuto al suicidio per i casi delle due persone che lui aveva accompagnato in una clinica svizzera e per i quali si era autodenunciato nel capoluogo lombardo.

Non sappiamo come finirà la vicenda in tribunale ma certo la legge italiana, pur tra mille articoli e comma, non prevede che qualcuno aiuti un altro a morire così, anche in un Paese che non sia l’Italia. Vedremo. A noi resta l’amarezza di non riuscire a comprendere perché. Sappiamo che ora c’è una legge, buona o no, ma c’è. Però con precise prescrizioni. Ecco perché comprendiamo bene le perplessità del mondo cattolico quando la segretaria del Pd ha ufficializzato l’appoggio a questa candidatura.

E ha ragione il signor Alberto anche ad avanzare dubbi su temi come la liberalizzazione delle droghe, l’utero in affitto e persino sulle idee di Cappato in termini di liberismo.

Da anni si dice che i cattolici sono divisi un po’ su tutto: forse proprio su alcuni principi ci piacerebbe che esponenti del Pd che dicono di credere in certi principi/valori, alzassero la voce, si facessero sentire, rivendicassero questi principi. Del resto la stessa cosa ce l’aspetteremmo da quelli che hanno fatto la scelta del centrodestra, perché solo per citare un esempio molto esplicito di questi ultimi mesi, non possiamo non seguire le parole di papa Francesco sull’accoglienza dei migranti.

Chi conosce la politica sa che da sempre è necessario cercare una mediazione quando si parla con esponenti di partiti o coalizioni che non la pensano come noi. Ma i cattolici, come ricordava spesso monsignor Gastone Simoni, vescovo emerito di Prato, non devono aver paura di far sentire la loro voce, soprattutto su certi argomenti. Come voteranno i cattolici a Monza non lo possiamo sapere ma certo la scelta di Schlein lascerà aperte molte ferite nel centrosinistra e nel Pd.