Gli italiani non si illudano ma siano elettori «consapevoli»

Come ben sappiamo negli ultimi anni l’Europa e in particolare l’Italia sta attraversando una grave crisi economica, dovuta a diversi fattori. Ad ogni tornata elettorale i partiti e i politici di vario colore fanno a gara a chi promette di più e a enfattizzare la soluzione migliore per uscire dalla crisi. E la gente talvolta ci crede.

Venti  anni fa hanno creduto a Berlusconi che ottenne più del 40% dei voti ed ora non raccoglie più del 7% di consensi, idem con il rottamatore Renzi che dal 41% dei voti si è ridotto ad un misero 3%. Poi la gente ha creduto nelle promesse del M5S, ma non appena sono arrivati nelle amministrazioni locali e al governo hanno più che dimezzaro i voti. Adesso è il turno di Salvini che promette mari e monti, ma in un anno di governo non ha saputo risolvere nessuno dei problemi che ben riesce a individuare.

Morale della favola: i miracoli li fa solo Dio e meglio sarebbe se i politici fossero più realisti e non illudessero gli italiani.

Cordiali saluti

Alfio Bettin

Carissimo signor Alfio, come vede non ho problemi a pubblicare la sua lettera anche perché, contrariamente ad altre che arrivano in redazione, non contiene alcuna offesa ma, anzi, una grande verità: «i miracoli li fa solo Dio». Magari tutti ne fossimo consapevoli. Certamente ci sarebbero meno problemi e sarebbe anche più facile vivere in un mondo di pace sociale. 

La pubblico volentieri perché parte da un’analisi, o meglio da una serie di dati, che nessuno può contestare né a lei né a me. È la conclusione quella su cui non siamo pienamente d’accordo. Se è vero infatti che i politici dovrebbero essere più realisti, e vengono in mente grandi nomi del passato, non solo italiani, che ai loro elettori proposero soluzioni difficili, ma furono capaci di vincere proprio grazie a questi, è anche vero che tocca a chi va dentro una cabina elettorale non farsi illudere dalle troppe facili promesse del politico di turno.

Non farsi illudere per non cadere poi in quella «depressione», mi passi il termine un po’ forte, che sento nelle sue parole. Una «depressione» che rischia solo di portare gli elettori italiani a disertare le urne, a far scegliere ad altri chi dovrà governare, come già avviene in grandi Paesi occidentali che qualcuno ci indica come esempio e dove a votare si reca sempre meno del 40/45% degli elettori. Ecco, su questo non potremmo essere mai sulla stessa lunghezza d’onda e, fino a quando sarà possibile – spero fermamente per molti decenni ancora, – io voglio poter scegliere, magari sbagliando o andando in minoranza, ma sempre consapevole che la democrazia resta un bene per tutti.

Non si abbatta, signor Alfio, cerchiamo insieme di far sì che chi si presenta per essere eletto dica la verità, anche quella più cruda. Un esempio? Con il debito pubblico dell’Italia chiunque governi dovrà sempre aumentare le tasse e spesso diminuire i servizi. Se qualcuno mi dicesse questo le assicuro che sarei pronto a votarlo sempre, perché significherebbe che punta non solo al mio futuro ma soprattutto a quello dei miei figli.

Domenico Mugnaini