Il «pacchero del Papa»? Meglio della parodia di Salvini

Caro direttore,scrivo riguardo al gesto involontario avuto dal Sommo Pontefice la sera del primo giorno dell’anno dando un piccolo schiaffo nelle mani di una fedele che lo stava strattonando tanto che stava per perdere l’equilibrio e cadere a terra. Anche se il gesto non è stato dei migliori il Papa capendo fin da subito lo sbaglio fatto ha chiesto scusa dicendo chiaramente che non ha dato il buon esempio. Non bisogna essere giudici giudicando in negativo il Magistero del Papa pensando che abbia sbagliato tutto quando ha fatto tante cose giuste nella sua vita e in questi sette anni di Pontificato, il prossimo 13 Marzo, e per quanto riguardo il suo gesto involontario ricordiamoci che anch’esso è un uomo come noi con i suoi limiti e come sbagliamo noi può sbagliare anche lui. Invece che andare dietro alle critiche popolane preghiamo per il Papa perché possa continuare a svolgere la sua missione al meglio. A tal riguardo cito l’episodio riportato dai quattro evangelisti di quando Gesù scacció a forza i mercanti dal tempio usando delle piccole cordicelle per ricordare l’importanza del Sacro Tempio

Marco Giraldi, Prato

Il nostro lettore, come altri che ci hanno sollecitati sullo stesso tema, ci dà la possibilità di tornare su un argomento che spesso ricorre tra quanti scrivono a Toscana Oggi, talvolta increduli per le critiche rivolte a papa Francesco altre volte, per la verità poche, critici con il Pontefice per certe sue affermazioni o alcuni suoi gesti. Anche noi ne abbiamo già parlato in questa rubrica e, pur giudicando forse un po’ eccessivo il paragone con Gesù al tempio, dobbiamo dire non ci siamo stupiti più di tanto delle reazioni registrate sul web e sui social. Ormai qualsiasi cosa finisce su questi mezzi e, prima o poi, tutti rischiamo di diventarne vittime. Il Papa ha sbagliato? Forse sì, visto che il giorno dopo lui stesso ha chiesto scusa: anche lui, come noi, è un uomo e la reazione per essersi sentito strattonato è umanamente comprensibile. Lasciateci dire, però, che meno comprensibile è il video postato dal leader della Lega Matteo Salvini che, approfittando della risonanza mediatica di quanto successo in piazza San Pietro, ha pensato bene di farne una parodia coinvolgendo pure la sua giovane fidanzata. Per essere onesti anche questo è comprensibile, non umanamente ma politicamente. Meno lo è il fatto che Salvini non abbia, il giorno dopo, chiesto scusa a sua volta. Ma del resto perché avrebbe dovuto farlo: molti dei suoi sostenitori, anche sui giornali, hanno continuato ad attaccare Bergoglio, e nessuno di loro ha detto qualcosa sulla parodia del leader leghista, non nuovo a critiche aspre contro chi lo attacca, più o meno velatamente. Ed è certo che gli inviti di Bergoglio all’accoglienzza, alla vicinanza all’altro, a chi soffre, ai migranti, per Salvini devono suonare come aspre critiche. Per questo comprendiamo il fatto che l’ex vicepremier non abbia chiesto scusa. Perché avrebbe dovuto se anche alcuni che si professano cattolici hanno alzato le loro voci contro papa Francesco ma non contro di lui? Meglio allora leggere che in un ristorante della Campania qualcuno ha subito approfittato dello «schiaffo del papa» per farsi pubblicità creando «il pacchero del papa». Qualcuno lo ha definito «un genio del marketing». Se così è, Salvini, in questo momento, potrebbe essere «un genio della politica». I sondaggi gli darebbero ragione ma il rischio per lui, come per altri politici che lo hanno preceduto, è che alla fine diventi vittima di quegli stessi social che invade ogni giorno, anzi ogni ora o, meglio ancora, tante volte ogni ora. Confessiamo che ci piacerebbe assaggiare i «paccheri del Papa», e fossimo nel ristoratore campano, «genio del marketing», proveremmo a far arrivare la ricetta in Vaticano: magari il piatto piace anche a Bergoglio e lui potrebbe diventare il primo sponsor.

Domenico Mugnaini