Influenza in arrivo, da un lettore l’invito a vaccinarsi

Scrivo in merito alla questione dei vaccini che sembrano sempre un grosso problema quando invece sono una sicurezza di cui non si dovrebbe temere nessun rischio o effetto collaterale sopratutto per quanto riguarda il caso di anziani e bambini che sono i soggetti più a rischio perché hanno poche difese e il vaccino fa in modo che non si vada incontro all’influenza che quest’anno sembra sia più aggressiva rispetto agli altri anni. Sono uno che si vaccina da anni per evitare di ammalarsi e non mi è mai successo niente e in alcuni anni ho fatto più di un vaccino: nel 2009 per il Virus H1N1 ovvero l’influenza dovuta all’alimentazione di carni contaminate, nel 2015 per la Meningite e due anni fa ne feci tre: per il Tetano perché scaduto da dieci anni, il Tifo e l’Epatite A per via di un viaggio in India con la mia famiglia.

Non bisogna affatto temere queste precauzioni e se in passato si è verificato qualche effetto collaterale sicuramente è stato studiato il caso così che non si ripeta e quindi auspico che il ministro della Salute Roberto Speranza del Pd del nuovo Governo Conte, così come i vari assessori regionali alla sanità e quelli locali che si occupano delle politiche sociali, a lavorare perché ci siano più italiani vaccinati e sani. Da cattolici rimettiamo tutto nelle mani del Signore come dice l’evangelista Luca in riferimento al cantico di Zaccaria: «Benedetto il Signore Dio d’Israele perché ha visitato il suo popolo».

Marco Giraldi, Prato

Dopo il tema della politica e dell’unità dei cattolici, che negli ultimi numeri ha tenuto banco sulle pagine del nostro settimanale (tante sono le lettere arrivate, magari, nelle prossime settimane, torneremo a pubblicarne qualcuna), la lettera del signor Giraldi di Prato, probabilmente, aprirà un altro fronte caldo. Quello dei vaccini è un tema sul quale, in effetti, anche all’interno del governo giallorosso non c’è piena identità di vedute. Spesso utilizzato in campagna elettorale, rischia di tornare di attualità con l’arrivo dell’influenza.

Non ci vogliamo sottrarre dal rispondere e diciamo pure che siamo con il nostro lettore. Certo la sanità pubblica deve lavorare per garantire la sicurezza, ma se dovessimo perdere anche questa certezza, questa fiducia, ossia che qualcuno è impegnato ad aiutarci a vivere bene, poco resterebbe a noi cittadini se non la Fede, quella con la F maiuscola, nel nostro Dio, che continua, per fortuna, a «visitare il suo popolo».

Domenico Mugnaini