Una «palestra» per allenare alla prossimità e all’amicizia

Gent.mo direttore, raccolgo e condivido l’appello di Tiziano Capitaneo sulle pagine di «Toscana Oggi» del 24 febbraio. «Disabili: scomodi e dimenticati. Chi pensa alla disabilità? Chi ha mai pensato ai disabili?…». È da un anno che sono presidente della Fondazione Casa Cardinale Maffi i; la Fondazione è una Casa dove si vive la fragilità declinata in varie forme di disabilità.

Caro Tiziano, da quando sono entrato in contatto diretto con i nostri fratelli, da quando li ho guardati e visti, da quando li ho sentiti e ascoltati; da quando ho interpretato i loro lunghi silenzi attraverso la mediazione fantastica degli operatori. Da quando sono stato prossimo ho capito la loro grande importanza (che possiamo chiamare utilità) per tutti noi: la loro vicinanza è una «palestra» per allenare i nostri muscoli della solidarietà, dell’amicizia; è una palestra per recuperare quelle sensibilità perdute o inaridite, per recuperare quel tratto umano che la quotidianità sta deformando.

Questo prologo è il giusto volano per chiedere e pretendere attenzione in quanto le nostre strutture, i nostri fratelli preziosi, le loro famiglie e tutti gli operatori possono essere potenti generatori di valore per un Uomo e una Società che devono costruire il futuro vicino e lontano senza rinnegare i valori della solidarietà, amicizia, universalità, integrazione, ecc.

Caro Tiziano, penso che solo costruendo «palestre» e facendo rete di pensiero e di azione possiamo far sì che i disabili non siano scomodi e dimenticati ma pietre d’angolo della nostra vita. Camminiamo insieme.

Franco FalorniPisa

Ringrazio il presidente della Fondazione Casa Cardinale Maffi per questa lettera di cui mi preme sottolineare la definizione di «fratelli preziosi». Ho infatti saputo che questo sostantivo e questo aggettivo sono entrati da diversi mesi nel vocabolario della Fondazione Maffi al posto di «ospiti» o «pazienti». È stata, mi hanno spiegato, una piccola grande rivoluzione. Chiamare «fratelli» gli anziani, i malati di alhzeimer, i disabili, coloro che si trovano in una condizione di stato vegetativo è logico e giusto. Il termine «fratello» mette in luce l’identità più profonda di una persona perché la vede in relazione agli altri. E poi «preziosi» perché la loro condizione di bisogno li rende persone a cui accostarsi in un modo speciale. Ciò che è «prezioso» va trattato e custodito con cura. Tra l’altro, per allenare alla prossimità e sviluppare solidarietà e amicizia, la Fondazione Maffi ha creato «La palestra di Gabriele», un’iniziativa sperimentale, indirizzata a giovani e adulti per riscoprire il valore dell’umano e una diversa visione delle fragilità. «La palestra» (di cui a pagina 6 sono pubblicati i riferimenti) consiste in «per-corsi» offerti a diverse categorie di persone: dai professionisti agli imprenditori, dai sacerdoti ai politici e amministrativi, dagli studenti ai volontari.

Andrea Fagioli