Toscana

Sanità toscana/4: Troppi dirigenti e pochi infermieri

di Claudia De Luca

«La crisi della sanità toscana è purtroppo un rischio reale». L’allarme è lanciato da Andrea Morandi, segretario generale della Funzione Pubblica Cisl della Toscana, e giunge in seguito alle, evidentemente non condivise, dichiarazioni ottimistiche dell’assessore al diritto alla salute Daniela Scaramuccia sui conti della sanità toscana.

«Con 200 milioni di risorse in meno in un anno – afferma Morandi – non è possibile pensare di mantenere la stessa qualità dei servizi o addirittura migliorarla. Se infatti quest’anno i conti sono salvi – prosegue il segretario della Fp-Cisl – è solo grazie ad una riserva di risorse e risparmi. Ma è evidente come questo non sia ripetibile per il futuro e la situazione rischi presto di sfuggire di mano».

A dare adito alle preoccupazioni di Morandi, oltre all’evidente diminuzione delle risorse a disposizione, è poi anche un incalzante trend di crescita della spesa del 3% annuo.

«È quindi necessaria – prosegue Morandi – se si vuole evitare la crisi della sanità toscana, una presa di posizione coraggiosa, che miri in primis ad evitare gli sprechi». E per raggiungere l’obiettivo, secondo il segretario generale della Fp-Cisl Toscana, è necessario partire proprio da coloro che l’ospedale lo rendono ogni giorno vivo e funzionante: l’organico.

«È difficile – spiega Morandi – dire ai nostri operatori all’assistenza, costretti a fare rientri o doppi turni per carenza di personale, che i dipendenti sono aumentati».

Aumentati sì, ma in questo caso il problema non è solo una questione di numeri: i dipendenti degli ospedali toscani sono passati, dal dicembre 2009 a quello successivo, da 51.010 a 51.704.

Il fulcro della questione, però, sta proprio nell’organizzazione dei piani occupazionali per le assunzioni. Se infatti si analizzano i dati nel dettaglio si viene a scoprire che mentre il numero dei medici è aumentato del 2% e il personale del comparto non ha praticamente subito variazioni (a partire dagli infermieri, cresciuti di un misero 0,35%), i dirigenti sono invece passati da 1245 a 1358, aumentando di un vistoso 9%.

«Il futuro – si domanda perciò Morandi – è delle professioni sanitarie, della loro competenza e responsabilità o di una dirigenza spesso burocratica e lontana dai progetti di riforma necessari? Aumentano i costi per la dirigenza – afferma – ma i soldi per valorizzare gli operatori socio sanitari, come chiesto dalla Cisl, non si sono ancora trovati. La Regione Toscana vuole governare questi piani occupazionali attraverso un confronto con il sindacato oppure vuole subire i desiderata dei vari dirigenti generali di Asl?».

Detto questo viene da chiedersi come mai nei nostri ospedali manchino infermieri e altre figure fondamentali quando le scuole per la loro formazione professionale ci sono e funzionano. «Le cause di questa carenza – spiega Morandi – sono molteplici. Nonostante l’impegno della Cisl per cambiare la situazione, il numero chiuso nelle facoltà, come ad esempio Infermieristica, rimane molto basso. In esse l’accesso è quindi piuttosto ristretto e per giunta di media il 30-40% degli iscritti non termina gli studi. Di fronte ad un così alto numero di studenti che decidono di cambiare strada riteniamo quindi opportuno ampliare l’accesso alle facoltà in modo che la selezione avvenga naturalmente negli anni. Ma il problema di fondo, – continua il segretario della Fp-Cisl – e anche il più preoccupante, è proprio la grande reticenza nell’assunzione di queste figure professionali fondamentali per il funzionamento degli ospedali. Coloro che ci rimettono sono poi i pazienti, privati dell’assistenza di tecnici altamente specializzati che ad oggi sono veri e propri laureati. In questi corsi di studio triennali, infatti, molti insegnanti sono gli stessi di medicina e chirurgia e questa è quindi una grande garanzia di professionalità e ottima preparazione».

Ma tornando alle risorse disponibili per la sanità toscana, Morandi solleva un altro grande problema: «I fondi, oltre a scarseggiare – afferma – sono per giunta spesi e distribuiti in maniera discutibile. I criteri di assegnazione delle risorse alle varie Asl (azienda sanitaria locale) hanno penalizzato, per esempio, l’area Firenze-Prato-Pistoia, che ha ricevuto, dal 2009, ben 41 milioni di euro in meno ogni anno. Tutto ciò è assurdo – spiega Morandi – dato che in quella zona è concentrato l’80% delle case di cura private, così come anche le più importanti Rsa (residenza sanitaria assistenziale), con evidenti aggravi di spesa».

Alla Regione è chiesta trasparenza sulle speseIn punto centrale su cui Andrea Morandi chiede chiarezza all’assessore Scaramuccia riguarda la Finanziaria 2011 della Regione Toscana. In essa si impegnano le aziende sanitarie a ridurre del 10% le spese generali di funzionamento e si prevede un taglio in costi di rappresentanza, relazioni pubbliche e altro. Il segretario generale della Funzione Pubblica Cisl della Toscana pretende quindi trasparenza da parte della Regione nello specificare se questi soldi ci siano davvero e come si abbia intenzione di spenderli.

«La Cisl – conclude Morandi – è contraria ad eventuali nuove tasse ai cittadini e alle imprese per reggere la sanità. Dunque siamo convinti che occorra coraggio, determinazione, e un nuovo modello organizzativo per mantenere e migliorare la qualità dei servizi sanitari toscani. La Funzione Pubblica Cisl c’è. L’assessore Scaramuccia e la Regione?».

Il «j’accuse» di Andrea Morandi è l’ennesima stoccata alla Regione in termini di sanità. Solo pochi giorni fa, infatti, l’assessore Daniela Scaramuccia aveva già dovuto rispondere, nell’aula del Consiglio regionale della Toscana, all’interrogazione presentata dai consiglieri Marco Carraresi e Giuseppe Del Carlo (entrambi Udc). In quell’occasione si era parlato di assistenza specialistica ambulatoriale e relativi tempi d’attesa, dato che i due consiglieri avevano riscontrato lunghe attese dei cittadini per gli esami, che davano vita ad un «fenomeno non casuale o transitorio, bensì endemico al sistema sanitario regionale».

E i problemi, stando a quanto dichiarato da Andrea Morandi, non finiscono evidentemente qui.