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Sud Sudan: Save the Children, oltre 200mila bambini costretti a fuggire dalle case per le inondazioni. Appello a comunità internazionale

Save the Children esprime la propria profonda preoccupazione per la salute di oltre 420.000 persone, tra cui almeno 200.000 bambini, che sono state costrette a fuggire dalle loro case a causa delle pesanti piogge e conseguenti inondazioni, che hanno colpito il Paese da luglio.

In totale – si legge in una nota diffusa oggi – si stima che oltre 900mila persone (il 7% della popolazione del Sud Sudan), siano state colpite dalle inondazioni, tra gli sfollati, coloro che hanno perso terreni agricoli e quelli che sono stati isolati dall’alluvione. Pibor nella contea di Jonglei e Maban nella contea dell’Alto Nilo sono tra i centri più colpiti, con dati allarmanti che indicano che le aree a monte, tra settembre e ottobre, abbiano ricevuto oltre il 230% rispetto alla normale quantità di pioggia, pari a 425 mm di pioggia rispetto alla media del periodo di 200 mm. Le inondazioni hanno colpito più di 30 contee nelle aree di Jonglei, Upper Nile, Warrap, il Nord di Bahr el Ghazal, Unity, Lakes, Equatoria centrale ed orientale. L’erogazione di aiuti e assistenza salvavita è stata sospesa in alcune aree alluvionate e sono 42 i centri nutrizionali colpiti dalle inondazioni. Questo probabilmente aggraverà ulteriormente l’attuale situazione di malnutrizione acuta di migliaia di famiglie, poiché non avranno la possibilità di ricevere cure mediche tempestive. Nelle prossime settimane sono previste ancora forti precipitazioni.

Save the Children – si legge ancora nella nota – accoglie con favore la dichiarazione dello stato di emergenza proclamato del governo del Sud Sudan in risposta alle attuali alluvioni e lo esorta a sostenere questo impegno stanziando immediatamente fondi per sostenere la risposta all’emergenza. «Chiediamo inoltre al governo del Sud Sudan di garantire l’accesso umanitario in modo tale che le persone più a rischio, in particolare i bambini, possano essere urgentemente raggiunte e protette. Save the Children chiede inoltre alla comunità internazionale di impegnare risorse finanziarie e non per la risposta a sostegno dei bambini vulnerabili e delle loro famiglie», ha dichiarato Rama Hansraj, direttore di Save the Children nel Sud Sudan.