Opinioni & Commenti

Un voto per il bene dell’Europa e dei nostri municipi

Lasciamo stare i rosari e le Madonne e non cadiamo nel tranello di chi ci vuole sviare dai problemi veri. Perché quello del 26 maggio è un voto importante, nonostante una campagna elettorale mistificatoria e caratterizzata più da offese reciproche che da ragionamenti seri. È da tempo che lo sport nazionale sembra quello di dare tutte le colpe all’«Europa dei tecnocrati». Che poi tutti dicono di voler cambiare, ma senza mai spiegarci come.

In questo momento l’Italia conta a Bruxelles e a Strasburgo. Ha il numero due della Commissione, Federica Mogherini, Alto rappresentante per gli affari esteri e la politica di sicurezza. Ha la guida del Parlamento europeo, con Antonio Tajani e quella della Banca europea con Mario Draghi. Ha la presidenza del Comitato economico e sociale europeo con Luca Jahier. Se nonostante questo le cose non vanno come vorremmo è perché ancora comandano i governi dei 28 Paesi aderenti. Se non si riesce ad incidere in politica estera (vedi caso Libia), se non si riesce ad armonizzare le politiche fiscali che si fanno concorrenza tra loro, se non sappiamo fronteggiare con solidarietà e fermezza i flussi migratori, se non abbiamo un efficace coordinamento delle intelligence in funzione antiterrorismo, se non riusciamo a garantire lavoro e benessere a tutti i cittadini, la colpa non è dei «tecnoburocrati», ma degli egoismi nazionali, di quel «sovranismo» che qualcuno addirittura ci vorrebbe gabellare per la medicina. Basta leggere le dichiarazioni dei «sovranisti» olandesi, ungheresi o austriaci per capire che se governassero loro l’Unione, saremmo ancora più soli davanti ai flussi migratori e ancor più sotto pressione per i nostri conti pubblici.

Per fortuna non saranno loro a guidare la prossima Commissione europea. Anche se partiti euroscettici come quello di Marine Le Pen in Francia, di Geert Wilders in Olanda, di Viktor Orban in Ungheria otterranno buoni risultati – come ci dicono i sondaggi –, il loro «peso» nel nuovo europarlamento rimarrà pressoché marginale con socialisti e popolari ancora cardini della nuova maggioranza. L’errore più grande che potremmo fare sarebbe quello di mandare in Europa quanti credono di meno al «sogno europeo», quanti si illudono che nell’era della globalizzazione, dove anche un’Europa unita e coesa farebbe fatica a difenderci da potenze come Cina, Usa e Russia, un’Italia isolata e sovranista possa essere padrona del proprio destino.

Sulla scheda fucsia troveremo ben 15 liste e il sistema è di tipo proporzionale. Ma dobbiamo tener conto dello sbarramento al 4%. Possiamo dare il nostro voto anche a formazioni che presumibilmente non lo supereranno, perché più vicine ai nostri ideali. Basta essere consapevoli che, concretamente, avvantaggeremo chi quella soglia invece la supera. Importante sarà poi usare bene il voto di preferenza (fino a tre, ma non dello stesso sesso), scegliendo persone competenti.

Insieme alla scheda fucsia per le europee, molti toscani ne riceveranno anche una azzurra per le comunali. Si rinnovano, infatti, le amministrazioni in 189 Comuni sui 273 esistenti. Ben 35 i Comuni con più di 15 mila abitanti, nei quali si potrebbe tornare ai seggi il 9 giugno per il ballottaggio tra i due candidati più votati. Tra questi, anche le tre città più grandi: Firenze, Prato e Livorno. Qui il discorso per gli elettori dovrebbe essere più semplice, perché ciascuno è in grado di valutare – per esperienza diretta – come è stata amministrata la propria città e quali programmi concreti (e realizzabili) vengono proposti per il futuro.

È ovvio che sia l’uno che l’altro voto potranno avere riflessi sul governo nazionale, da tempo in grande fibrillazione. Ed è naturale che un giudizio su quanto hanno fatto in quest’anno Di Maio e Salvini possa incidere sul nostro voto. Ma sforziamoci di votare pensando solo al bene dei nostri municipi e di quell’Europa che, nonostante tutti i difetti, rimane la miglior cosa che siamo riusciti a costruire dopo la tragedia della seconda guerra mondiale. Un «sogno» da rilanciare, non certo da affossare.

La scheda

Si vota solo domenica. Si vota dalle 7 alle 23 solo domenica 26 maggio; tutti i toscani riceveranno la scheda fucsia per il Parlamento europeo e quelli che abitano nei 189 Comuni al voto, anche una scheda per le Comunali

15 europarlamentari. La circoscrizione «Centro», che comprende Toscana, Umbria, Marche e Lazio, elegge 15 eurodeputati con il sistema proporzionale e la soglia di sbarramento al 4%

Fino a tre preferenze. Le preferenze per le Europee si esprimono scrivendo, nelle apposite righe tracciate a fianco del contrassegno della lista votata, il nome e cognome o solo il cognome dei candidati preferiti compresi nella lista medesima. Nel caso di più preferenze, devono riguardare candidati di sesso diverso

COMUNI sotto 15 mila. Nei 154 Comuni sotto 15 mila abitanti vince il candidato sindaco che ottiene il maggior numero di voti. Nei Comuni fino a 5 mila abitanti si può esprimere una preferenza per un candidato nella lista collegata al Sindaco prescelto; due se con più di 5 mila abitanti

Comuni a doppio turno. Nei 35 Comuni con più di 15 mila abitanti vince il candidato sindaco che supera il 50% dei voti. Altrimenti si va al ballottaggio il 9 giugno tra i due più votati. In questi Comuni è possibile il voto disgiunto, ovvero ad un candidato Sindaco (o a una lista, il cui voto si estende anche al Sindaco) e ad un candidato consigliere collegato ad un diverso candidato sindaco