Firenze

«Venite adoremus»: il presepe di San Gervasio, un invito a fermarsi davanti alla Natività

L’originale iniziativa si deve a un gruppo di famiglie coordinate dal vicario parrocchiale don Silvio Zannelli, il cui indiscusso talento artistico si è inoltre espresso nel rimodellamento delle statue della Madonna e di San Giuseppe, originariamente in vetroresina e di scarsa qualità. Don Silvio le ha letteralmente trasformate ricoprendole di gesso e ridipingendole: per il Bambino, invece, sono bastati pennelli e colori. Durante l’Avvento sono state collocate nella scena in tempi diversi, a cominciare da Maria. Per l’allestimento, invece, tutti hanno dato una mano, compresi i bambini più piccoli.Ma oltre alla bellezza e all’originalità artistica della natività di San Gervasio, c’è il significato profondo che l’essenzialità della scena intende comunicare. La grande scritta che la sovrasta è eloquente: «Venite adoremus». La centralità del Bambino appena nato è evidenziata dalla luce che lo raggiunge e viene riflessa, come ne se fosse proprio Lui la fonte. E la mancanza degli altri personaggi è un invito rivolto a chi si ferma ad ammirare, come scrive ancora don Alessandro: «Fermiamoci davanti alla Natività. L’atmosfera rimanda alla quiete e al silenzio. Tutto è semplice, povero, essenziale. Maria e Giuseppe sono inginocchiati e assorti nella contemplazione della Parola fatta carne, quella stessa Parola che hanno meditato e accolto nel cuore ora è presenza che illumina e riscalda. Proprio Lui, amabilmente accudito e custodito, è il centro grazie al quale la vita si unifica e si armonizza contro ogni dispersione e confusione. Ascoltiamo la voce dell’angelo e diamogli credito: “Troverete un bambino che giace in una mangiatoia”. Obbediamo, in modo da trovare “Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia”. Entriamo nell’aia del nostro casolare, diventando per noi quel presepe che non c’è, intorno alla santa famiglia: angeli, pastori ed animali, oves et boves».Per ammirare la natività di San Gervasio prima che venga smantellata c’è tempo fino a domenica 13 gennaio. Sarebbe bello venisse in qualche modo conservata, ma sarà ancora più bello vedere quale altra sorpresa ci riserveranno per il prossimo Natale don Silvio e la sua «squadra».