Lucia Della Scala: la signora delle icone

La sua casa, immersa nel verde della Lunigiana, è un pullulare di colori. Alle pareti sono appese icone di ogni misura, che brillano nell’oro o nell’azzurro, e quadri che raccontano la storia di una evoluzione artistica e della fede che l’ha sostenuta e continua a sostenerla: paesaggi delicati che si alternano a ritratti, squarci di spiagge e di montagne, sovrastate da imponenti figure di santi. Lucia Della Scala, pittrice e mamma, sposata con il diacono permanente Riccardo Vergassola, è un’artista cristiana che dal legame personale, sentito e vissuto, con la Trascendenza trae motivo di continua ispirazione.  Dipinge preferibilmente su legno, preparando il fondo con colla di coniglio, tela e gesso di Bologna, secondo gli antichi dettami delle botteghe d’arte, in un dialogo fecondo tra presente e passato. Anche i colori usati, in omaggio ad uno stile classico, sono pigmenti naturali mescolati con rosso d’uovo ed acqua, e non di rado, ricorre all’uso delle foglie d’oro.

I soggetti sacriSia che rappresenti un santo nelle tradizionali sembianze iconografiche, sia che ponga mano a soggetti religiosi moderni o che mettano al centro l’uomo e la sua identità, il riferimento alla dimensione spirituale, nella pratica artistica di Lucia Della Scala, è forte e preciso, al punto da invitare lo spettatore ad elevarsi in alto, ad andare oltre, per cogliere, dietro la trama delle immagini, il messaggio «teologico» ivi racchiuso. Tra i suoi lavori più impegnativi degli ultimi anni, le quindici «Stazioni della via crucis», collocate nella nuova chiesa parrocchiale della Filanda, ad Aulla: un vero concentrato di colori e di personaggi  stilizzati che accompagnano il credente, ancor più dentro, al mistero della sofferenza e della redenzione. Non mancano, in questi pregevoli lavori, spunti di novità. Come, ad esempio, nel quadro della Crocifissione: il «Figlio dell’uomo», nell’atto di essere inchiodato alla croce, quasi «collabora» con gli aguzzini, appoggiando spontaneamente un piede sul patibolo. Un’intuizione teologicamente interessante, nella linea interpretativa del Vangelo di Giovanni che vede la passione del Signore come la «glorificazione» del «Verbo Incarnato». Ricerca continua«La passione per la pittura – ci confida – l’ho sempre avuta, mentre la fede è maturata nel corso degli anni, attraverso l’esperienza di Incontro Matrimoniale e frequentando un gruppo di preghiera nella Diocesi della Spezia». Purtroppo, come accade spesso, alcune passioni giovanili non riescono a realizzarsi del tutto e, per motivi contingenti, vengono «congelate» restando lì, come sospese, finché, la vita non restituisce la possibilità, magari in età matura, di riscoprile e, addirittura, ritrovarle dotate di una freschezza pressoché intatta. È questo il caso di Lucia Della Scala, che dopo aver lavorato come contabile in un’azienda, e dopo aver cresciuto la sua figlia, decide di frequentare il corso di pittura, tenuto da Pietro Colombani e quello di iconografia, con Andrea Trebbi. Familiarizzando con il linguaggio dei colori, si risveglia l’antica passione. Completa allora la formazione, prima al Liceo Artistico e poi all’Accademia di Belle Arti di Carrara, nella classe di pittura, avendo come maestri Fabrizio Breschi e Luciano Cavallaro, per la storia dell’arte. Ottiene l’abilitazione all’insegnamento di discipline pittoriche e conclude l’iter partecipando a diversi Master. Opere sacreNegli ultimi cinque anni, si dedica con maggiore intensità alla pittura, partecipando a concorsi ed esposizioni collettive, e presentando «mostre personali», sempre apprezzate, anche da chi non ha una spiccata sensibilità verso soggetti religiosi. «Un bilancio positivo – commenta – che mi ha procurato soddisfazioni personali e per il quale ringrazio la mia famiglia che mi ha supportato in tutto questo tempo. Mi piacerebbe sempre più dedicarmi ai santi e ai personaggi del territorio nel quale vivo, riscoprendo l’attualità del loro messaggio, ma anche lavorare su tematiche che sento a me molto vicine, come quelle relative alla famiglia e alla spiritualità coniugale». Il messaggio«Quando dipingo – spiega – non improvviso mai: prima studio il soggetto, soprattutto nei suoi aspetti interiori, nei suoi tratti caratteristici, per cercare di afferrarne l’essenziale. Poi inizio a costruire la scena nella quale intendo collocarlo, ed infine procedo alla rifinitura dei particolari. La mia non è una pittura irrazionale o criptica: i miei lavori contengono elementi simbolici che però si comprendono senza alcuna fatica. Prediligo le figure ai paesaggi, il realismo all’astrattismo». È il caso del quadro intitolato «La coppia e il calice»: un calice e un’ostia sono posti a sigillo dell’unione coniugale che proprio perché sacramentale, è come se rigenerasse il primo uomo e la prima donna. Oppure della grande Croce denominata «Vi farò pescatori di uomini» in cui alla base sono inseriti i profili dei beati Luigi e Maria Beltrame Quattrocchi e ai lati quelli di San Pio da Pietrelcina e della Beata Madre Teresa di Calcutta. Il messaggio è chiaro: dalla croce di Cristo discende la santità. Solo attraverso la risposta alla chiamata del Signore gli uomini realizzano il progetto di «vita nuova» che si dischiude nello spazio di Dio e che conduce alla dimensione indicata col termine beatitudine. «Ecco i miei quadri sono così: semplici ed immediati, simbolici e metafisici quanto basta, per suggerire una lettura religiosa e spirituale». Una mostra personale a San Terenzo di LericiSabato prossimo 21 luglio nella «Sala Culturale Gargià» a San Terenzo di Lerici (La Spezia), Lucia Della Scala esporrà le proprie opere in una mostra personale dal titolo «Messaggio d’amore di Dio, dell’uomo e del mondo». L’inaugurazione della mostra sarà alle ore 11. La presentazione sarà affidata alla professoressa Chiara Mariotti. L’allestimento è stato realizzato da «Cargià – Sala culturale» in collaborazione con il Comune di Lerici e la Pro Loco di San Terenzo; resterà aperto fino al 31 luglio, con il seguente orario: dalle 11 alle 12.30 e dalle 18 alle 23. Alcuni giudizi critici su quadri ed iconeDi lei hanno scritto: «Le rappresentazioni di Lucia Della Scala si inspirano all’iconografia medievale, con soggetti a sfondo sacro, evidenziando un’accuratezza esecutiva attenta attraverso lo studio e l’applicazione scrupolosa di tecniche antiche come la “tempera all’uovo”. Dall’attenta e analitica osservazione delle opere si può notare come tutti i soggetti siano ben impostati secondo canoni prestabiliti, dipinti con cura e rifiniti con buon gusto» (professor Fabrizio Piccioli).

«Studiosa dell’iconografia medievale, Lucia ripropone ed elabora immagini sacre ed antiche con raffinata cura. Il nostro interesse e la novità giungono, in particolare, quando raffigura personaggi o situazioni attuali con medesime modalità stilistiche. Ritroviamo personaggi contemporanei immobili, siti fuori del tempo, in uno spazio “divino” dominati da linea e ritmo con un risultato sorprendentemente inusuale» (professoressa Elisabetta Costi).